Uno a mille. In uno a mille è calcolata la capacità di accoglienza di migranti nel nostro comune. Per cinquantamila abitanti cinquanta migranti. Al momento ne stiamo ospitando 10. Questi i numeri di quella che da molti è stata definita una vera e propria invasione, una riprova se ce ne fosse bisogno della malafede, ma anche dell'ignoranza dei dati reali di cui si nutre certa propaganda.
Dei migranti ospiti a Collegno se ne è parlato nella seconda commissione consiliare lunedì scorso. A descrivere la condizione umana di persone sospese nel limbo dell'attesa dell'esame per l'accoglienza o meno della richiesta di asilo politico è stato l'educatore della cooperativa Atypica che li segue. I dieci ospiti sono tutti maschi e per lo più di età compresa tra i 20 e i 30 anni di età. In questo momento sono tutti originari dell'Africa sub-sahariana. Sono ospitati presso il residence di Villa 5 nel parco Dalla Chiesa, una struttura tutta al femminile, motivo per cui avevano chiesto di ospitare delle donne. Il prefetto invece ha inviato tutti maschi. E' il prefetto, infatti, che assegna i migranti alle cooperative che hanno partecipato ad un bando pubblico, il comune non c'entra nulla. Come CIVICA vorremmo che si attivasse un po' di più visto che il Consiglio Comunale ha approvato una mozione che impegna l'amministrazione a dare il proprio contributo all'emergenza dell'accoglienza dei migranti. Ma L'assessore Maria Grazia De Nicola ha dato assicurazioni sul fatto che si stanno attivando per predisporre anche in collaborazione con parrocchie, privati ed associazioni un programma di accoglienza. Il tutto sempre coordinato dalla prefettura.
Tornado ai dieci profughi ospiti a Villa 5, tutti arrivati in Italia con i barconi della morte, la loro condizione è quanto mai difficile sia dal punto di vista economico che psicologico. Dopo aver percorso migliaia di chilometri in condizioni inenarrabili e subito violenze di ogni tipo, si ritrovano qui ad attendere un responso che si fa attendere anche per due anni, tanto ci mettono le commissioni territoriali che devono concedere o meno l'asilo politico. Un tempo infinito in cui tra l'altro non possono neppure cercare un lavoro per integrare i 2,50 euro al giorno che percepiscono per le piccole spese quotidiane. Cifra che alcuni di loro mettono da parte per spedirla alla famiglia in Africa dove con 40 euro si sfamano per un mese.
I famigerati 35 euro che lo Stato spende comprendono i 2,50 e tutte le spese di vitto, alloggio, vestiario, trasporti ecc. In ogni caso finora il Comune di Collegno non ha speso neppure un centesimo del proprio bilancio.
Molti consiglieri comunali hanno posto il problema di come come rendere "visibile" la presenza di queste dieci persone a Collegno, di come far uscire da una sorta di "clandestinità" la loro presenza. Si è parlato di incontri nelle scuole, di iniziative varie anche di festa per abbattere il muro di diffidenza o indifferenza che li circonda, ma anche semplicemente di non visibilità. Infatti è grazie alla mozione presentata da CIVICA sull'accoglienza che è saltata fuori la presenza a Collegno di questi profughi in attesa di asilo politico. Richiesta di asilo politico che alcuni di loro difficilmente vedranno accolta. E allora per loro si aprirà il dramma del previsto rimpatrio. Rimpatrio che nessuno di loro prende neppure in considerazione dopo la fatica e i pericoli per la loro stessa sopravvivenza per arrivare sin qui.
In ogni caso, a nostro modesto avviso, è bene che i cittadini di Collegno conoscano le loro storie meglio e possibilmente un po' più da vicino.
Giovanni Lava