Da luogo di degrado a luogo di eccellenza architettonica. Il lavoro non è ancora finito, ma già si possono apprezzare i pregi di un vero e proprio monumento architettonico che vanta la città di Collegno e che fino ad ora non è riuscita a valorizzare. Per il momento si sta mettendo fine, si spera, ad un lungo periodo di abbandono e di degrado come testimonia la foto che segue.
Come avevamo scritto su questo blog circa due anni fa, il Comune di Collegno ha stanziato 1.600.000 euro per restaurare non solo il chiostro grande, quello con le colonne in pietra di Chianocco, ma anche i due più piccoli, fino all'ingresso principale che culmina nel portale dello Juvarra, già restaurato qualche anno fa.
Come ha illustrato, nel corso della visita a beneficio dei consiglieri comunali, l'architetto Besso Marcheis a cui è stato affidato il progetto, l'opera di restauro è totale, dai pavimenti alle colonne, al soffitto. Un'impresa tutt'altro che facile riportare il chiostro aulico all'antico splendore, visto il degrado e i successivi grossolani interventi di cui è stato fatto oggetto.
Si spera che una volta restituito agli antichi splendori si trovi anche il modo per restituirlo ai collegnesi, intervenendo anche sulla vegetazione "selvaggia" che ne impedisce la vista.
La proprietà resta della Regione, ma l'intervento è stato pagato dal Comune a compensazione dell'acquisizione della proprietà di alcuni padiglioni dell'ex Op.
Alla gioia di veder rinascere il gioiello si contrappone comunque il rammarico per l'incapacità delle amministrazioni comunali e regionali che si sono succedute di trovare una valorizzazione di un complesso monumentale che avrebbe trpvato in qualsiasi altro luogo in Italia e all'estero. Un esempio per tutti: la Certosa di Padula nel profondo Sud dell'Italia.
Giovanni Lava