venerdì, gennaio 29, 2010

Consiglio Comunale

Piano particolareggiato Elbi e conflitti d'interesse



Consiglio comunale al fulmicotone. Scintille tra il sottoscritto e il Pd. E’ impressionante osservare un Pd che, a forza di difendere posizioni indifendibili, a volte appare non come il grande partito del futuro, ma piuttosto un partito del passato sempre più in difficoltà, Sembra in queste occasioni un pugile suonato che tira calci e pugni senza riuscire a colpire o a convincere qualcuno.

La serata è iniziata con quattro interrogazioni di CIVICA.

1) L’allagamento del sottopasso ferroviario. Risponde l’assessore Valentino che se la cava dicendo che il problema è ben presente e che è stato segnalato alle Ferrovie responsabili dei lavori.

2) La torre Alenia. Risponde l’assessore Martina che conferma il rischio per l’aereoporto del Campo Volo, ma che la variante da parte di Torino deve ancora partire, a suo tempo interverranno se non modificano la torre. Suggerisco di muoversi subito senza aspettare l’avvio dell’iter urbanistico.

3) Centro territoriale permanente alla Don Milani. L’assessore Manzi comunica che il progetto al momento è saltato, per il numero troppo alto degli iscritti.

...


4) Regolamentazione dei Comitati di quartiere. Risponde l’assessore Zurlo che in sostanza afferma che l’iniziativa è di competenza della Giunta e quando lo statuto per i quartieri sarà pronto lo si porterà a conoscenza dei consiglieri.

Si passa alle delibere. CIVICA dà il suo voto positivo al progetto di un centro ippoterapico per disabili e ad un centro polifunzionale per bambini autistici in via Venaria e via della Piombia.

Ma è sulla delibera che autorizza la Convenzione tra il Comune e la Bicoop Srl per il primo lotto di alloggi di edilizia residenziale convenzionata all’interno del Piano particolareggiato dell’area ex Elbi, che il sottoscritto legge l’intervento pubblicato sotto. Un intervento che chiarisce uno dei motivi per i quali CIVICA è all’opposizione: cioè la storia del caso Elbi e delle scelte urbanistiche di D’Ottavio, subite e sottoscritte dall’Accossato. All’intervento segue prima il silenzio del Pd, poi la solita autodifesa retorica e scontata. Ovviamente di entrare nelle questioni poste non se ne parla proprio.

Il colpo del kappaò psicologico per la maggioranza arriva con la mozione presentata sempre da CIVICA a settembre, finalmente arrivata in porto, che chiede di cambiare i criteri per la nomina nelle cariche delle società partecipate dal Comune, escludendo chi ricopre incarichi politici nei partiti oppure ha ricoperto la carica di assessore o sindaco nella precedente legislatura.

Le motivazioni sono evidenti e di buon senso. La politica ha invaso tutto ciò che si può invadere nel pubblico e nel parapubblico, la selezione avviene solo più sulla base della fedeltà e del servilismo nei confronti di chi detiene il potere. Di professionalità e competenze manco a parlarne. A Collegno il cerchio si è chiuso: la massima autorità del partito di maggioranza assoluta è la stessa persona che è stata chiamata a ricoprire la carica più importante nelle partecipate: la presidenza di CIDIU Servizi, cioè l’azienda tra le partecipate più importante e critica anche per i cittadini, visto i servizi di cui si occupa. Non vi è stato neppure il pudore delle dimissioni all’atto della nomina dalla carica politica. Il Pd in consiglio ha respinto tra l’imbarazzo e la spudoratezza la mozione e ha difeso l’indifendibile, in questo sostenuto dai luoghi comuni e dalle banalità degli altri due soci di maggioranza: Italia dei Valori e Sinistra per Collegno. La Casta collegnese chiusa a riccio ancora una volta ha difeso la pagnotta e non poteva essere altrimenti. Tutto ciò rappresenta un altro buon motivo tra quelli che hanno fatto nascere CIVICA.

29 gennaio 2010


Giovanni Lava



INTERVENTO DEL CONSIGLIERE GIOVANNI LAVA SULLA DELIBERA N°4 DEL 28 GENNAIO 2010




Egregio Sindaco

Egregio Assessore Martina,

Egregio Presidente,

Egregi colleghi consiglieri,

L’approvazione dello schema di Convenzione tra il Comune di Collegno e la BICOOP Srl è l’ultimo atto di un percorso iniziato molti anni fa. Stasera si appone l’ultimo sigillo ad una storia esemplare che raccontata dall’inizio aiuta anche a capire perché CIVICA e il sottoscritto, pur essendo di sinistra, sono all’opposizione. Nel Piano Particolareggiato ex Elbi giocano un ruolo decisivo molti degli elementi, dei protagonisti e delle scelte della politica urbanistica che da una decina di anni domina nella nostra città. Ecco perché per CIVICA è importante ripercorrere l’iter che ha preceduto la delibera di questa sera. In questa vicenda, infatti, compaiono tutti gli attori della storia urbanistica recente di Collegno: il Piano Regolatore, le cooperative cosiddette “rosse”, Collegno 2000, il sindaco attuale, quello che l’ha preceduto, ecc.

Sono le scelte che stanno a monte, per quanto legittime, che noi riteniamo sbagliate in quanto figlie di una politica complessivamente sbagliata, le cui conseguenze sono sotto i nostri occhi, dalla modifica repentina del paesaggio urbano ed extraurbano, ad un traffico sempre più convulso, al deterioramento della qualità dell’aria, alla cementificazione e impermeabilizzazione del suolo, eccetera.

All’inizio ci fu il Pip che doveva servire alla rilocalizzazione della Elbi, la principale industria manifatturiera collegnese, costretta ad operare in un edificio obsoleto. Alla Elbi si fecero ponti d’oro, tanto da, unica eccezione, vendergli i terreni a prezzi di favore. Mentre gli altri lotti venivano dati in concessione per 99 anni, alla Elbi l’area già urbanizzata è stata venduta, quindi data in proprietà perenne e senza vincoli, a 65 mila lire a metro quadro contro un valore di mercato doppio secondo alcuni operatori del settore, quadruplo secondo altri. E in più il Comune si impegnò a pagare di tasca sua (nostra) le eventuali maggiori richieste dei proprietari dei terreni espropriati, richieste per altro subito avanzate. In soldoni potrebbe voler dire che se la Elbi trasferisse la produzione per esempio in Cina, dove peraltro è già presente, potrebbe tranquillamente rivendersi i capannoni situati nel Pip a valore di mercato e nessuno potrebbe dire niente, visto che la scrittura privata sottoscritta nel 2003 tra Elbi e Comune non prevede alcun impegno a mantenere l’occupazione a Collegno.

Fatto il Pip, l’attenzione si sposta sull’asse di Via De Amicis su cui tanto si è discusso e si discute. Nei documenti da subito si afferma che tutta l’area va ridisegnata perché è attraversata dalla linea del metrò. Che lì arrivasse la metropolitana era cosa risaputa già quando fu messa mano al nuovo Piano regolatore. Perché non è stata ridisegnata allora? Gli urbanisti sostengono che un piano regolatore ha valore proprio perché nel definirlo si considera l’equilibrio che si viene a creare su tutto il territorio comunale. Cosa che le varianti non riescono, non possono e non fanno mai. Forse anche per questo piacciono tanto. Gli urbanisti dicono anche che il valore di un Piano Regolatore è inversamente proporzionale al numero delle varianti adottate: a quante siamo già arrivati? 11, 12 …

Oggi riusciamo anche a capire come certe definizioni contenute nel Prg quali “Bordi della città”, “Luoghi del lavoro”, non erano solo delle brillanti ed innocue creazioni linguistiche. Cosa c’è di meglio di una definizione generica come “i luoghi del lavoro” per consentire sulla stessa area insediamenti industriali, commerciali, abitazioni, visto che anche in queste ultime vi lavorano le casalinghe e le colf? E’ questa la famosa mixité: un altro gioco di parole per nobilitare il guazzabuglio di fabbriche, centri commerciali e residenza che si prospetta per l’asse di via De Amicis. Il concetto di mixitè è un concetto valido, ma non è il nostro caso. Infatti le città autentiche, quelle che la società umana ha costruito nei secoli naturalmente, sono abitabili per la loro «mixité», cioè la mescolanza vitale e spontanea di abitazioni con negozi, di uffici con cinema e teatri vicini; città modellate dalle loro strade e le loro piazze, nate dai passi degli uomini, non dai tiralinee pianificatori a tavolino. Difficile considerare una “mixitè” naturale la convivenza gomito a gomito di abitazioni e fabbriche metalmeccaniche! A meno che l’obiettivo non sia proprio quello di eliminare un po’ alla volta tutte le aziende dell’asse di Via De Amicis ,espellendole definitivamente dalla zona, come è già avvenuto (vedi la Sandretto, la Rochling, ecc.).

La vecchia area industriale di Collegno, dunque, era insufficiente, le aziende, come più volte ha dichiarato pubblicamente in quegli anni l’ex sindaco D’Ottavio, facevano la fila in Comune a chiedere aree dove potersi insediare. Per loro si è realizzato un bel Pip nuovo di zecca. Peccato però che buona parte dell’area destinata al Pip fosse già stata destinata ai centri commerciali Castorama e Carrefour. Certo anche quelli sono luoghi di lavoro! Peccato che di solito non li si insedia all’interno di un Pip. Ma chi ha rilevato quei lotti per costruirvi i due centri commerciali? Un’immobiliare, una Srl che viene da lontano, che sempre in quegli anni ha acquisito o opzionanto aree a gogò su tutta Collegno. Una società a responsabilità limitata fondata nel 1997 con sede a Rivarolo Canavese, i cui due amministratori risiedevano uno a Roma e l’altro a Terni, che vantava un capitale sociale di circa 50.000 euro, una società però che dalla sera alla mattina miracolosamente comincia ad operare a livello nazionale, dalla Sicilia alla Liguria, che dimostra di poter contare su notevoli risorse finanziarie e che “casualmente” si chiama “Collegno 2000”, un luogo e un anno dal forte valore simbolico per noi collegnesi, tanto da renderci orgogliosi che una società siffatta porti in tutta Italia il nome della nostra città.

E proprio gli anni che vanno dal 1997 al 2000 sono quelli in cui si elaborano il nuovo Piano Regolatore ed il Pip. Non c’è da meravigliarsi poi se la “Collegno 2000 Srl” oltre a Castorama e Carrefour , oltre a Unieuro, Ikea, l’albergo sulla Statale 24, dove vuole annesso un campo da golf in pieno Parco della Dora, è anche titolare dell’opzione sull’area della Elbi ed è pronta a versare nelle casse dell’azienda svariati milioni di euro non appena il consiglio comunale avrà approvato una variante al Prg che consenta di realizzare un intervento ad hoc, allora si parlava di un’area di 40 mila metri quadri su cui edificare 24 mila metri quadrati di superficie commerciale e 8 mila di residenziale. Che problema c’è? Nel 2005 problemi non ne pongono certo i partiti della maggioranza, se in un documento arrivano a scrivere che “il fatto che oggi esista un solo soggetto proponente le diverse ipotesi localizzative a carattere commerciale va colto come elemento positivo”. Sul numero zero di Punto di Vista (Novembre 2005), pubblicai una lunga intervista del sottoscritto al sindaco Accossato, alla domanda “Lei è d’accordo con il giudizio dei partiti su Collegno 2000?”. La risposta di Accossato fu lapidaria: “ No, non penso che sia un fatto positivo che ci sia un solo soggetto proponente, per quanto ciò sia legittimo”.

Invece in un’intervista concessami prima delle voto del 2004, pubblicata su “Collegno Domani”, alla domanda: “Un tema caldo è quello dell’annunciata variante al Piano Regolatore per l’asse di via De Amicis. Di che si tratta?”. La risposta fu: “La serie di contenitori industriali dismessi, la presenza della metropolitana, fanno di Collegno un’area strategica capace di attrarre funzioni forti e qualificate. Vogliamo salvaguardare la vocazione produttiva di certe aree, contenere le previsioni di piano e diciamo un secco no alla politica degli interventi singoli, perciò siamo per un progetto complessivo, un progetto partecipato in cui ogni cittadino sia messo in grado di esprimere un parere consapevole”. Contenere le previsioni di Piano! Un secco No alla politica degli interventi singoli!

Altri tempi. Erano tempi quelli in cui il sindaco Accossato giurava che sull’asse di via De Amicis si sarebbe fatta una unica variante generale per evitare proprio quanto poi, invece, è purtroppo accaduto. Questa decisione si scontrava con i desiderata di Collegno 2000 e soci, che avevano molta fretta di portare a casa l’affare. Così improvvisamente la Elbi a capannone già costruito nel Pip dichiarò che non aveva le risorse per completare il trasloco. Si potevano mettere a rischio 900 posti di lavoro? Certo che no. Maestranze, sindacati, politici locali si mobilitarono secondo un copione ben collaudato, l’Accossato si ritrovò sola davanti all’alternativa se far saltare il tavolo e la sua poltrona oppure abbozzare e acconciarsi alla bisogna. Sappiamo tutti come è andata. All’epoca ero un sostenitore, non un entusiasta, ma un sostenitore convinto del sindaco, l’avevo votata, nonostante fossi stato fatto segno da una coralità di veti circa una mia possibile candidatura. L’appoggiavo nel suo tentativo di resistenza. Sappiamo come è andata. Il piano particolareggiato per la l’area Elbi fu anticipato, la variante organica su via De Amicis la stiamo ancora aspettando.

Invece che contenere, si è concesso il massimo: da un indice di 0,4 mq/mq uno di 0,6. Il massimo, il 50% in più della cubatura consentita. Invece che una variante generale, una variante per un singolo intervento. Una parte di quella cubatura in più è stata concessa proprio grazie al fatto di stipulare la convenzione che approviamo questa sera. La convenzione è stata presentata come un fatto positivo perché così ogni appartamento verrà venduto mediamente a 30 mila euro in meno. A chi giova tutto ciò? Certo a chi compra, sempre che gli appartamenti li valgano davvero quei 30 mila euro. Sicuramente non costituisce un vantaggio per gli altri imprenditori del settore che non godono di convenzione. La Bicoop Srl grazie al convenzionamento ha potuto aumentare la cubatura di un ulteriore 0,12 mq/mq perché proprio in forza della convenzione realizzerebbe obbligatoriamente della Erp. Ho cercato dove sta scritto nella Convenzione che si approva stasera, ma non sono riuscito ad individuare la quota di Edilizia pubblica. Sarà sicuramente frutto della mia ignoranza se non l’ho trovata, perciò chiedo all’assessore di soddisfare la mia curiosità. Ma non ho trovato neppure dove stia quel 5% di superficie di pavimento da locare a soggetti individuati dal Comune, come recita il nostro Piano regolatore.

Si è detto in Commissione che il Comune ci rimette solo 3 mila euro di oneri ad alloggio: 3 mila per 53 alloggi fa comunque 159 mila euro. Non si tratta proprio di bruscolini, se si pensa che per la crisi (1 euro per abitante per i lavoratori) si sono stanziati 50 mila euro.

Un altro aspetto che è emerso dalla consulenza ricevuta dai tecnici dell’Ufficio Urbanistica, che ringrazio insieme al loro dirigente, per la sollecitudine, il tempo e la pazienza dedicatemi, con il Piano particolareggiato ex Elbi è stato disatteso uno dei pochi parametri fissati dal Piano Regolatore a favore dell’ambiente, si tratta di quel 20% di superficie fondiaria da lasciare permeabile all’interno di ogni singolo lotto. Ma se ho capito bene è stato disatteso anche per le aree a servizi. Credo che si possa essere tratti inganno là dove si parla di verde pubblico, perché se sotto il praticello ci sono dei garage sotterranei, la superficie certo non è più permeabile, con tutte le conseguenze ambientali che qui tralascio.

Nel concludere questo mio intervento chiedo al Sindaco di venire in Consiglio a dirci quando vedrà la luce la Variante Generale per l’asse di via De Amicis, di spiegarci in che modo si negherà ai proprietari delle aree interessate di poter godere degli stessi vantaggi e facilitazioni concesse in questo caso, oppure se si pensa di dare il massimo a tutti, e in tal caso dove starebbe il contenimento delle previsioni di Piano come lei stessa prometteva cinque anni fa.
In definitiva, non pensano il sindaco e la sua maggioranza che un intervento come quello che si realizza sull’area ex Elbi debba essere l’eccezione e non la regola da qui in avanti?

Collegno, 28 Gennaio 2010

Il Consigliere comunale di CIVICA
Giovanni Lava