Quattro giorni. Tanto è durata la vicepresidenza di Domenico Monardo. Eletto giovedì scorso, oggi sono state protocollate le sue dimissioni presentate dopo essere stato "processato" e condannato dai suoi compagni del movimento Cinquestelle. Così siamo passati dalla commedia alla farsa in meno di una settimana. Come CIVICA non possiamo che condannare tutta la vicenda sia dal punto di vista politico che istituzionale. Di tutto avevamo bisogno come oppositori della giunta Casciano tranne che di queste figuracce. Riteniamo poi che non si dovrebbero mai usare le istituzioni per regolare i conti all'interno del proprio gruppo, per il motivo molto semplice che le istituzioni non appartengono a questo o quel gruppo, ma sono di tutti, anche nostre.
Forse ai nostri amici pentastellati sfugge un particolare importante. Per quanto simbolica la carica di vicepresidente - ancora meglio sarebbe stata quella più sostanziosa di presidente - era stata assegnata all'inizio di questa consiliatura alle opposizioni, non al M5S. Personalmente mi ero impegnato affinché la maggioranza la riconoscesse alla minoranza. Se era stato eletto uno del M5S, ciò era un riconoscimento del consenso che aveva raccolto. ma non un obbligo di legge. Invece la vicepresidenza dopo le dimissioni di Sansoni è stata utilizzata da una parte per farsi la guerra consentendo al Pd di scegliersi il vicepresidente e dall'altra ignorando completamente gli altri quattro consiglieri di minoranza, come se la vicepresidenza fosse cosa loro.
Questo tra l'altro non è un episodio isolato. Sono otto mesi che il M5S agisce come se ci fossero solo loro all'opposizione. Mai infatti si sono impegnati a costruire iniziative comuni con le altre minoranze, mai hanno chiesto quando si trattava di nominare qualcuno della minoranza in qualche commissione il parere degli altri consiglieri di opposizione. Si critica tanto il Pd per la pratica di asso pigliatutto per poi comportarsi allo stesso modo nel recinto della minoranza.
Visto che il cammino è ancora lungo ci si augura che questa figuraccia della vicepresidenza possa servire come bagno di umiltà e rappresentare un nuovo inizio anche nei rapporti con gli altri gruppi politici presenti in consiglio comunale.
Giovanni Lava