Un miracolo a Collegno: l'area dell'ex Mandelli non è inquinata.
"La qualità ambientale del suolo e del sottosuolo dell'area in esame è tale da garantire la attuabilità delle previsioni progettuali senza avviare le procedure di messa in sicurezza, bonifica e di ripristino ambientale previste dal decreto legislativo 152/06 e s.m.i.". In soldoni sull'area Mandelli si possono costruire case, alberghi, centri commerciali, giardini pubblici senza dover fare alcuna bonifica. A metterlo nero su bianco è il geologo Pietro Companatico sulla base dei campionamenti realizzati dai tecnici dello studio Genovese & Associati nel dicembre 2012 e delle successive analisi effettuate presso il laboratorio della Eurolab di Nichelino, il tutto su committenza della NordOvest Immobiliare Spa proprietaria dell'area.
E i collegnesi che si sono preoccupati per anni di cosa ci potesse essere sotto la Mandelli! Sotto la Mandelli non c'è niente. Quasi un miracolo, un caso più unico che raro nel paese dove altre acciaierie come Bagnoli o Taranto hanno inquinato aria, terra e acqua, provocando danni gravissimi all'ambiente e alla salute dei cittadini.
C'è da fidarsi? Per l'amministrazione comunale c'è da fidarsi.
Per noi di CIVICA e per molti collegnesi, senza entrare nel merito delle modalità dei campionamenti e delle analisi effettuate, l'assenza di inquinanti va certificata da un ente pubblico e va fatto prima che si approvi qualsiasi progetto di trasformazione urbanistica dell'area in modo da scongiurare spiacevoli sorprese quando potrebbe essere troppo tardi.
Va considerato, infatti, che la necessità o meno di effettuare una bonifica influisce moltissimo anche sul valore di un'area acquistata a prezzo di saldo. Un'area che con il progetto di riqualificazione urbana presentato dalla NordOvest in ossequio alla legge 106/2011 moltiplica decine di volte il valore iniziale grazie al cambiamento di destinazione d'uso da area a servizi a residenziale. Quindi se da una parte non devono sussistere dubbi di sorta circa il possibile inquinamento del sottosuolo, dall'altra va quantificato anche sulla base del valore aggiunto ottenuto con il cambio di destinazione d'uso il beneficio che la città deve ricevere in termini di servizi e di risorse economiche, così come previsto dalle normative e dal Piano regolatore vigenti.
Ma sotto la Mandelli non si nascondono solo possibili sostanze nocive, si nascondono anche misteriose trattative e tanta confusione politica e tecnica come attesta la risposta data dall'ing. Livio Dezzani della Regione Piemonte ai quesiti posti dal dirigente dell'urbanistica di Collegno.
Preoccupa venire a sapere che il garante delle procedure abbia così tanti dubbi.
E preoccupa ancora di più il fatto che davanti a tanti e tali dubbi ed incertezze, il consiglio comunale che sarà chiamato ad approvare il progetto sia stato finora tenuto completamente all'oscuro, alimentando le voci che allo studio dell'amministrazione e della maggioranza politica che la sostiene vi sia un vero e proprio tentativo di blitz da consumare senza preavviso.
In ogni caso la posta in gioco è tale che non potremmo assistere passivamente ad operazioni meno che trasparenti e cristalline.
Per evitare equivoci va detto che la lista CIVICA è favorevole ad un riqualificazione dell'area nel pieno rispetto della salute dei cittadini e nell'interesse della città. E' un vero e proprio scandalo aver lasciato l'area al degrado per più di venti anni, con il rischio che i possibili inquinanti fossero col passare degli anni trasportati dalla pioggia sempre più in profondità, mettendo a rischio la falda acquifera, mentre la superficie veniva lasciata alla mercé di ogni sorta di ospite.
Questa amministrazione è stata per dieci anni a guardare il degrado che avanzava senza muovere un dito. E' stato necessario che intervenisse la proprietà grazie alla legge 106 per smuovere un'amministrazione dakl suo sonno profondo.
Non è accettabile che avendo sprecato tanti anni ora non si dia alla città il tempo per capire e partecipare alle decisioni nei modi e nei tempi opportuni, pur di approvare qualcosa, non importa cosa, in zona Cesarini. Oppure si pensa che scelte così rilevanti per la città possano essere fatte senza coinvolgere i cittadini? Noi pensiamo di no e crediamo di non essere i soli a pensarla in questo modo.