mercoledì, giugno 20, 2012

Rappresentano il 5 per cento della popolazione

Stranieri: un consiglio comunale all'insegna della retorica
Più ombre che luci dal Consiglio comunale aperto di ieri sera sul tema degli stranieri a Collegno. La cifra della serata è stata la solita retorica pro o contro gli stranieri, con tanto buonismo a prescindere e con l'immancabile porzione di razzismo e di fascismo. Nonostante tutto questo ed altro ancora, non si può dire che sia stata una serata inutile.
Quando come consigliere di CIVICA presentai il 17 maggio 2010 la mozione che ha fatto da stimolo all'organizzazione del consiglio comunale di ieri sera, lo scopo era molto più terra terra. Solo otto giorni prima c'erano state le elezioni dei membri della Consulta degli stranieri. Con la mozione intendevo promuovere un'occasione di confronto tra i consiglieri comunali e gli eletti della Consulta sui temi, i problemi e le proposte che avrebbero potuto favorire l'integrazione degli stranieri residenti a Collegno.
I due anni trascorsi in attesa che l'occasione si concretizzasse hanno dimostrato come la Consulta degli stranieri sia rimasta in una sorta di limbo sia per le difficoltà incontrate dai suoi membri nel trovare un ruolo concreto da svolgere sia per il mancato coinvolgimento da parte dell'amministrazione anche nelle decisioni inerenti gli stranieri, ultima quella di assegnare la cittadinanza onoraria ai nati a Collegno.
Ovviamente ieri sera di tutto si è parlato tranne che affrontare il senso e il ruolo della Consulta, quindi del rapporto "politico" possibile o meno tra la città e la rappresentanza ufficiale della componente di residenti stranieri. Non si è capito per esempio se la frammentazione tra paesi e culture diversissime tra loro consenta o meno una sintesi e una rappresentanza comune. Ieri sera la retorica dominante non ha reso possibile affrontare questo tema.
Una serata in ogni caso utile se non altro come occasione per poter conoscere i dati relativi agli stranieri residenti a Collegno, grazie al progetto Tuttinrete del Cisap. Al 31 dicembre 2011 gli stranieri residenti a Collegno erano 2550 pari al 5,08% della popolazione. La parte del leone la fanno i 1296 rumeni pari al 50,8 % degli stranieri. Poi vengono i 207 marocchini pari all'8,1 %. Poi a seguire i peruviani, gli albanesi, i moldavi e i cinesi. In tutto sono ben 73 le diverse nazionalità presenti a Collegno. Il 59 % degli stranieri sono donne. Tra gli stranieri vi sono anche i tanto vituperati rom (151) del campo nomadi di via della Berlia, rappresentati quasi al cinquanta per cento da minori.
Sono 156 gli stranieri (69 nuclei familiari) a cui è stata assegnata una casa popolare. Sono 314 i minori stranieri che frequentano le scuole di Collegno. La percentuale degli stranieri che usufruiscono di uno dei servizi del Cisap è pari a circa il 15% del totale degli assistiti, mentre quasi la totalità usufruisce del servizio sanitario nazionale.
La distribuzione in città nei vari quartieri è questa: Borgata Paradiso 767 (6,4 % dei residenti), Santa Maria 633 (7,4%), Regina Margherita 417 (4,7 %), Concentrico -Borgo Nuovo-Villaggio Dora 307 (3,4 %), Leumann-Terracorta 307 (3,9 %) e Savonera 65 (2,8 %).
Non sono mancati i racconti di esperienze esemplari, come quella di Zoran, un giovane rom che è riuscito grazie al sostegno di volontari collegnesi a frequentare la scuola fino all'università e ad affrancarsi dalla cultura ghettizzante del campo nomadi. Come non è mancato l'attacco virulento ai rom considerati come un male assoluto da cancellare. Hitler ci aveva già provato sterminandone più di 600 mila. Per alcuni cittadini e per certe forze politiche se gli zingari non ci fossero bisognerebbe inventarseli per poter scaricare su di loro ogni disagio o malessere della società. Una storia vecchia come il mondo. La Lega Nord non si è smentita ancora una volta nel procedere a testa bassa contro qualsiasi cosa abbia a che fare con gli zingari e con il loro campo, tanto da far diventare la difesa dei diritti civili di ogni individuo fatta dall'assessore Tiziana Manzi quasi degna di un premio Nobel.
Giovanni Lava