martedì, giugno 26, 2012

La storia della Röchling Automotive trasferitasi a Volpiano

La politica industriale di Collegno
I suoi 110 dipendenti lavorano in una fabbrica supermoderna su tre turni, ma chi accetta può fare lo straordinario anche al sabato o alla domenica. Alla Röchling Automotive di Volpiano il lavoro anche in tempi di crisi come questi non manca. 

Fino a poco più di due anni fa la Röchling Automotive, prima di trasferirsi nel nuovo stabilimento di Volpiano, si trovava in via Paolo Losa a Collegno a due passi dal capolinea del metrò.
Allora contava 65 dipendenti, quasi tutte donne, e quasi tutte abitavano in Borgata Paradiso e si recavano in fabbrica a piedi o in bicicletta. Da gennaio 2010 hanno dovuto acquistare un auto e sobbarcarsi due ore ogni giorno tra andata e ritorno pur di non perdere il lavoro. Almeno 150 euro al mese per la benzina, senza contare il rischio e il tempo sottratto alla famiglia. Nè ha potuto fare diversamente chi era da sola a portare uno stipendio a casa. Solo un'operaia si è licenziata, tutte le altre hanno dovuto accettare di andare fino a Volpiano. Intanto da 65 i dipendenti sono aumentati fino a 110, 45 nuove assunzioni. La  Röchling Automotive non conosce crisi da quando fu acquistata dai tedeschi nel 2007. La fabbrica produce stampi in plastica per auto di lusso (Ferrari, Macerati, Audi, BW, ...). Prima che la fabbrica fosse acquistata dai tedeschi si chiamava Camaplast. I nuovi padroni furono da subito interessati ad investire e assumere, ma avevano bisogno di un capannone più grande, almeno 10 mila mq. La ricerca andò avanti per un pezzo a Collegno, ma inutilmente. Furono anche ricevuti dal sindaco Accossato e dall'allora assessore Plantamura i quali non mossero un dito o almeno non si mossero abbastanza come Volpiano. Eppure dopo più di 10 anni al Pip ci sono ancora lotti non utilizzati. Uno strano comune Collegno, un'amministrazione così attenta ai lavoratori che si lascia scappare aziende così promettenti. Una città con un'area industriale storica come quella di via De Amicis che è stata lasciata volutamente deperire per favorire i soliti interessi immobiliari. Interessi oggi a loro volta in profonda crisi. Così ci si lascia scappare un'azienda promettente come la Röchling, perchè non si è trovato un capannone o un'area dove costruirlo in una città dove il consumo del suolo è stato tra i più alti d'Italia nell'ultimo decennio. Una città sempre più paralizzata nel bene e nel male.
Il sindaco Accossato fu eletta 8 anni fa con un impegno programmatico preciso: varare la variante strutturale per tutta l'area di via De Amicis. Otto anni dopo la situazione è sempre la stessa (a parte i palazzoni sull'area della ex Elbi), e non si vede una via d'uscita, tranne quella di baloccarsi con l'unica idea che la cultura politica dominante conosce: far costruire case e centri commerciali, oltre che sui terreni ancora liberi, dove c'erano o ci sono delle fabbriche che danno ancora un po' di lavoro vero.
Giovanni Lava
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