I consiglieri comunali del Pd l'hanno definita una variante urbanistica per "rigenerare" il Pip, l'area industriale tra l'ex statale 24 e la tangenziale. In realtà la variante n° 15 serve solo banalmente a tappare quei due o tre buchi non ancora cementificati che a vario titolo erano rimasti liberi. In consiglio comunale ho definito l'operazione come un'azione volta a grattare il fondo del barile, meno del 2% dell'esistente. Infatti l'area produttiva in questione passa da 1.157.980 mq a 1.179.946 mq con un incremento di 21.966 mq.
I lotti interessati dalla variante nel Pip sono di colore rosso |
Grattare il fondo di un barile nato "marcio", un'operazione quella del Pip ideata e realizzata in quella che fu "la Collegno da bere" del decennio dominato dalla famigerata Collegno 2000 a cavallo tra XX e XXI secolo. Una società nata a Terni negli anni Novanta con un capitale ridicolo e con un nome che è tutto un programma: Collegno 2000 Srl. Una società che per dieci anni a Collegno fa il bello e cattivo tempo (leggi) e che alla fine lascia un debito alla città di ben un milione e ottocentomila euro, un lotto del Pip da edificare, l'albergo da finire e così via.
Collegno 2000 era in quegli anni pappa e ciccia con gli amministratori che gli facevano ponti d'oro e che ogni volta si prestavano a far approvare al consiglio comunale le varianti al Piano Regolatore e i piani particolareggiati necessari a consentire la realizzazione dei loro progetti milionari. Persino la variante numero 14 che ridusse la fascia di rispetto della tangenziale da 60 a 40 metri in qualche modo fu fatta per consentire a qualche operatore di portare a compimento gli impegni presi in passato da Collegno 2000, anche se nel frattempo Collegno 2000 era fallita.
Così a sentir parlare di "rigenerazione del Pip" mi si sono drizzati i capelli in testa. Anche perchè l'operazione non cambia certo il potenziale industriale della città. La proposta di CIVICA per i due lotti che si ricaveranno all'interno del Pip è stata di lasciare un po' di verde in un'area soffocata dal cemento e dal traffico della tangenziale da una parte e della ex Statale 24 dall'altra. Ma la maggioranza che governa Collegno ovviamente non ha voluto sentir ragione e così nel consiglio comunale del 24 Gennaio scorso la variante è stata approvata con il solo voto contrario di Civica e del rappresentante del centrodestra.
Subito dopo è stata approvata, dopo un ampio dibattito, la delibera di indirizzi che apre le porte all'insediamento della facoltà universitaria di Scienze della formazione, la facoltà che prepara le insegnanti per la scuola primaria. Dopo decenni di vani tentativi di portare l'università alla Certosa pare che questa sia la volta buona, tanto più che ieri 30 Gennaio, dopo il Senato accademico, anche il CdA dell'Università di Torino ha espresso il suo voto favorevole. Se tutto procede come da programma già dal prossimo anno accademico circa 200 matricole approderanno a Collegno. Un bel colpo per il sindaco Casciano che a questo punto vede allontanarsi l'accusa di sindaco inconcludente e anche i tentativi di farlo fuori l'anno prossimo da parte dei suoi stessi compagni di partito, precludendogli la candidatura per il secondo mandato.
Il consiglio comunale si è concluso con il M5S che acusava la maggioranza di aver prolungato gli interventi strumentalmente per non far discutere per la seconda volta la loro mozione di condanna dell'accordo commerciale tra l'Europa e il Canada (CETA). Ora, con tutto il rispetto, forse per Collegno l'università è più importante del CETA, non fosse altro che non sarà la mozione approvata dal consiglio comunale di Collegno a bloccarlo. Ma poi una cosa va detta: il M5S con i suoi cinque consiglieri ha i numeri necessari per chiedere in ogni momento la convocazione di un consiglio comunale straordinario per discutere solo le mozioni, facoltà di cui raramente si è avvalso e che sarebbe opportuno utilizzasse più spesso.
Giovanni Lava