giovedì, febbraio 04, 2016

COLLEGNO RIGENERA E IL PASSATO CHE NON PASSA

Conclusa la prima fase del progetto di riqualificazione della città.
La prima fase del cammino di Collegno Rigenera sta per raggiungere la meta. Martedì scorso la commissione urbanistica ha licenziato la versione definitiva della delibera di indirizzi che sarà portata all'approvazione del consiglio comunale giovedì 11 febbraio (ore 21). Forti delle 42 manifestazioni di interesse da parte delle proprietà, delle 39 segnalazioni di associazioni, comitati di quartiere e cittadini, della benedizione della Regione e della Città Metropolitana, il sindaco Casciano e l'assessore Martina sono pronti a dare il là alla rigenerazione urbanistica di Collegno grazie all'applicazione su tutto il territorio comunale dell'articolo 14 della legge regionale n° 20 del 2009 in materia di snellimento delle procedure di edilizia ed urbanistica. L'obiettivo dichiarato in delibera è quello di avere una città più vivibile e bella con una forte caratterizzazione sociale e di tutela ambientale, una città a misura di pedone e di ciclista. Se aggiungiamo il superamento delle barriere fisiche e la riqualificazione energetica, si ottiene un programma di rigenerazione urbana ambizioso che farebbe tremare i polsi a chiunque, tanto più in una città che ha conosciuto una lunga stagione di cementificazione oltre ogni limite accettabile. E  grazie alle stesse forze politiche e personaggi che hanno governato la fase precedente. Un vero miracolo. Un miracolo possibile - noi ci vogliamo credere - grazie alla consapevolezza che l'emergenza ambientale e la crisi economica sono tali da non consentire altra scelta.
La chiave per promuovere la trasformazione dovrebbero essere le premialità in termine di cubatura (nel nostro caso si tratta di mq) che la legge consente con un tetto massimo del 35% di superficie lorda di pavimento. Le premialità non sono concesse automaticamente, ma vanno "conquistate" a certe condizioni: la necessità di bonifiche, l'insediamento di imprese ad alto valore economico finalizzate alla ricerca e all'innovazione, alloggi in affitto o lotti per edilizia popolare, etc.
 Esclusi da gran parte delle premialità i lotti che superano una SLP (superficie lorda di pavimento) di 10 mila mq (vedi la ex Sandretto e la ex Mandelli). Tutti gli edifici dovranno obbligatoriamente raggiungere un alto grado di efficienza energetica (Protocollo Itaca).
A seguito della delibera di indirizzi, dopo una fase di verifica delle reali adesioni e concertazione degli interventi con gli operatori privati sarà redatta la delibera  programmatica con la perimetrazione della rigenerazione urbana complessiva che passerà al vaglio del consiglio comunale. Sulla quella base saranno disposte le varianti urbanistiche che il consiglio comunale sarà chiamato ad approvare in via definitiva una per una. Un percorso tutt'altro che semplice e veloce.
Indubbiamente siamo un po' al capovolgimento delle procedure seguite nel passato quando i progetti urbanistici venivano scodellati al consiglio comunale all'ultimo momento senza possibilità di entrare nel merito, prendere o lasciare. Il sindaco Casciano ha fortemente voluto seguire un metodo che coinvolgesse sia la città che le forze politiche di opposizione. Un esempio è l'accoglimento in delibera di due proposte di CIVICA, quella che specifica che la permeabilità del terreno per ogni intervento potrà essere solo superiore e mai inferiore a quel 20 per cento previsto dal piano regolatore (alla ex Elbi è stata del 4%) e l'inserimento tra gli elementi di qualificazione della città anche delle piste ciclopedonali.
Tutto bene dunque. Non proprio.
Ci sono due aspetti che come CIVICA ci preoccupano molto. Il primo è dato dall'incognita della effettiva partecipazione dei soggetti privati alla fase successiva. Quante delle 42 manifestazioni di interessi aderiranno al programma di rigenazione urbana? Quanti di coloro che aderiranno apriranno poi sul serio i cantieri? Il mancato incontro degli operatori con il consiglio comunale ci ha impedito di avere il polso della situazione. E i segnali di scontento arrivati a noi sono stati confermati anche dall'assessore Martina.
Il secondo aspetto è dato dall'aver affidato l'incarico per la progettazione urbanistica per la redazione dei programmi di rigenerazione urbana all'architetto Antonio Besso Marcheis. Sì ancora lui (per i precedenti leggere l'articolo "L'architetto pigliatutto" del 2012). L'incarico scadrà il 30 giugno 2016 e costerà al Comune 18.500 euro + Iva (totale euro 23.472,80). L'architetto Besso Marcheis sarà sicuramente un ottimo professionista, conoscerà anche bene Collegno (sarebbe ben strano il contrario dopo 20 anni di attività nella nostra città), ma tutto si può dire tranne che sia stato estraneo alla colata di cemento che si è abbattuta nella fase politica precedente sulla città ad opera di Collegno 2000 srl di cui era progettista e rappresentante. Una fase politico-urbanistica che con Collegno Rigenera tutti dicono di voler superare, il motivo per cui noi di CIVICA abbiamo espresso apprezzamento verso l'iniziativa.
Motivo per cui, se non altro per opportunità politica, non si capisce la ratio del conferimento di un incarico che getta un'ombra cupa su tutte le belle intenzioni sin qui sbandierate dall'amministrazione Casciano. L'incarico all'architetto Besso Marcheis che piaccia o no ha il retrogusto amaro di un passato che non passa mai.
Giovanni Lava