160 mila euro calati dall'alto da gestire dal basso (forse).
Di bilancio partecipato a Collegno se ne parla
da decenni. Le giunte che si sono succedute da almeno vent'anni in qua hanno
declinato l'impegno con una formale presentazione nei quartieri delle decisioni
prese nelle più o meno segrete stanze di partito. Poco più di una evocazione
ideologica di quando si andava facendo in alcune realtà terzomondiste. Ora pare
che la giunta Casciano voglia passare dalle parole ai fatti mettendo sul piatto
160 mila euro per il 2016, 20 mila per ognuno degli otto quartieri della città,
da far gestire dal basso sulla base di progetti originali da scegliere entro il
prossimo mese di Marzo. L'iniziativa che si avvale anche della collaborazione
dell'Università di Torino è stata presentata dal sindaco e vicesindaco in pompa
magna lunedì 30 novembre nella sala del consiglio comunale alla presenza dei
due professori universitari che seguono il progetto, i professori Luigi Puddu e
Christian Rainero, di numerosi cittadini e delle solite truppe cammellate mobilitate ogni volta che serve.
Ogni cittadino o gruppo di cittadini potrà
scaricare dal sito del Comune una scheda progetto da compilare e consegnare
entro il mese di gennaio 2016. Un'apposita commissione comunale selezionerà i progetti più interessanti e compatibili con il budget a
disposizione entro febbraio. I progetti selezionati saranno pubblicati e votati entro
il mese di marzo dai cittadini che lo vorranno purchè
abbiano compiuto almeno 16 anni. Il progetto che in ogni quartiere sarà più
votato (si potrà votare on-line o presso i centri civici) sarà finanziato e
realizzato dall'amministrazione comunale.
Come CIVICA seguiamo con interesse
l'iniziativa, se non altro perchè anche nel nostro programma era previsto che
una quota (il 10% ) del bilancio fosse gestita dal basso dai cittadini sulla
base delle diverse esigenze dei quartieri. Qui siamo di fronte ad un'iziativa
più modesta ma non per questo meno significativa. 160 mila euro per una
sperimentazione di questo genere non sono pochi per testare la fattibilità
concreta di una gestione dal basso del denaro pubblico in un momento in cui le risorse non abbondano. Per valutare la bontà
del progetto complessivo occorrerà però verificarne i risultati finali.
Detto ciò, pur condividendo l'iniziativa, non
possiamo non segnalarne alcune incongruenze o sfasature. La prima ha a che fare con i criteri
di selezione dei progetti che perverranno da parte della commissione che
sarebbero i seguenti: a) fattibilità tecnica e giuridica; b) compatibilità
rispetto al programma amministrativo di governo; c) budget economico
finanziario; d) tempi di realizzazione; e) ricaduta sul territorio.
Il punto b) ci appare assolutamente fuori luogo
e molto soggettivo, cosa che consentirebbe, volendo, di scartare in modo del tutto arbitrario i
progetti che dovessero dispiacere per qualche motivo al Palazzo oppure che
avessero più appeal di quello di qualche "fedele" del Palazzo stesso.
Un punto a nostro avviso da cancellare, visto che la scelta del progetto alla
fine dovrebbe spettare direttamente ai cittadini che parteciperanno con il loro
voto alla selezione. La partecipazione dei cittadini e la loro libera scelta dovrebbero garantire di per sè la democraticità e ammissibilità dei progetti.
La sfasatura è data
dal fatto che dal processo di elaborazione del progetto complessivo, a parte
una striminzita comunicazione in una commissione, sia stato tenuto fuori il
consiglio comunale. E' vero che ormai più del 90% delle decisioni è demandato alla
giunta esecutiva, ma nel nostro caso, visto che si tratta di soldi, la
competenza per il bilancio comunale è tutta del consiglio comunale. E visto che
si tratta di bilanbio di previsione 2016 che non si sa se e quando sarà
approvato dal consiglio comunale, ci appare un po' avventurosa la scelta di
avviare un progetto di bilancio partecipato che prevede una spesa di 160 mila
euro prima che questa sia deliberata. Che fine farebbe il progetto se nel corso
dell'approvazione del bilancio di previsione il consiglio comunale nel pieno
della propria autonomia dovesse decidere di spendere quel denaro per far fronte
a qualche emergenza che si dovesse nel frattempo presentare?
Nella foga populista che a volte sembra avere
la meglio anche nell'amministrazione di Collegno sempre più spesso si inciampa
nell'umiliazione, consapevole o inconsapevole non importa, del ruolo di rappresentanti eletti dai cittadini che rivestono i
consiglieri comunali, siano essi di maggioranza o di opposizione. Sempre più
spesso si privilegiano e si consultano altri soggetti prima e più dei consiglieri
comunali.
Per chiudere in bellezza, mi corre l'obbligo di
segnalare quella che a mio avviso è stata una bella gaffe dell'assessore
Cavallone che ogni tanto nella sua foga oratoria ci regala qualche sprazzo di verità.
Nel rispondere al consigliere del centrodestra Boetti Villanis che aveva
definito i 20 mila euro una mancia propagandistica e elettoralistica, Matteo
Cavallone ha risposto che se fosse stata quella l'intenzione, i 160 mila euro
li avrebbero destinati al suo assessorato che poi li avrebbe distribuiti alle
associazioni e alle società sportive. Un'affermazione che ammette quanto da
sempre sosteniamo come CIVICA e cioè che molti dei finanziamenti a questi
soggetti hanno come scopo principe quello di foraggiare i grandi elettori del
Pd, vere e proprie macchine da guerra nella raccolta delle preferenze. Non è un caso se l'assessore uscente che sovrintende ad associazioni e società sportive è anche quello che raccoglie più preferenze al momento del voto.
Ultimissima annotazione: anche nella presentazione di lunedì scorso la giunta si è avvalsa dell'apporto di una cooperativa. Ci domandiamo: possibile che non sia più possibile alcuna iniziativa comunale senza che ci si debba servire dell'ausilio di una qualche cooperativa?
Giovanni Lava