lunedì, settembre 07, 2015

L'EROE DALLA CHIESA E LA POLITICHETTA LOCALE.

Commemorazione del generale a 33 anni dalla sua uccisione.
Ben ritrovati. Un caro saluto a tutti i nostri lettori.
Con la commemorazione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa il tre di settembre la vita politica collegnese ha ripreso a battere. Parola del sindaco Francesco Casciano. Peccato che il battito sia stato da subito debole e inconsistente così come lo avevamo lasciato agli inizi di luglio. Per la verità all'apparenza la ripartenza è avvenuta in pompa magna, sia per i personaggi presenti che per la gente e i colori delle bandiere al vento.
L'ospite d'onore era di grande livello, il procuratore capo del Tribunale di Torino Armando Spataro che in gioventù ha lavorato con il generale Dalla Chiesa e di questi conserva molti ricordi personali. Purtroppo la platea dei cittadini presenti per poter ascoltare dalla sua viva voce il ricordo del generale ha dovuto attendere più di mezzora, visto che il sindaco si è fatto prendere la mano e non solo ha parlato di lotta alla mafia, ma anche del suo formidabile lavoro di amministratore della città dalla citata  e ricitata metropolitana, ai portici della Certosa a Collegno Rigenera ...  Ad un certo punto dell'epopea sindacale che non mostrava segno di voler lasciare il microfono abbiamo colto un certo imbarazzo addirittura tra i supporter più fedeli del sindaco, con il procuratore Spataro che continuava a sfogliare sempre più impaziente i suoi appunti e l'altro personaggio che si grattava sulla testa perplesso (vedi foto in alto). Ci chiediamo che fine abbia fatto lo staff del sindaco che dovrebbe servire proprio a sostenerlo nell'affrontare queste situazioni.
Quando finalmente il procuratore Spataro ha potuto prendere la parola, dai suoi ricordi a 33 anni dalla morte è emersa ancora una volta la forza e l'intelligenza del generale Dalla Chiesa, un uomo che ha lottato una vita intera contro la mafia e contro il terrorismo e che qualcuno ancora oggi tenta di sminuire o infangare. Un discorso quello di Spataro per niente di circostanza e non privo di vis polemica verso la politica italiana e le sue discutibili scelte.
Una riflessione è d'obbligo. Riconosciuto come un dovere ricordare figure come quelle del generale Dalla Chiesa che tutto hanno dato allo Stato e alla democrazia di questo paese, non sappiamo quanto le manifestazioni e le marce che tanto piacciono alla politica nazionale e locale siano poi davvero efficaci nel contrastare le mafie, visto che intanto le infiltrazioni mafiose anche nel nostro territorio aumentano invece che diminuire. Se parlare di mafia soprattutto ai giovani è importante per la formazione di una coscienza critica, la retorica fine a se stessa, che si accompagna a comportamenti amministrativi discutibili e alla ricerca del consenso elettorale ad ogni costo, lascia il tempo che trova. Più che dichiarazioni altisonanti come abbiamo ascoltato ancora una volta il 3 settembre, vorremmo una maggiore coerenza amministrativa e politica, per esempio tenendo lontano dal palazzo e dagli appuntamenti elettorali gli arrivisti di ogni risma, piuttosto che imbarcarli pur di vincere le elezioni. Vorremmo una maggiore attenzione nelle amicizie e nei contatti per evitare di scoprire solo dopo che si frequentavano mafiosi senza saperlo. Bisognerebbe prendere esempio proprio dal generale Dalla Chiesa che agiva in silenzio nell'azione di contrasto alla mafia più che declamarla nelle piazze. O almeno non limitarsi solo a quello.
Giovanni Lava
P.S. A lato della manifestazione del 3 settembre, ha fatto molta impressione su molti dei presenti la grande prova muscolare fornita dalla polizia municipale che ha fatto intervenire un numero imprecisato di carri attrezzi per rimuovere almeno una decina di auto parcheggiate nonostante vi fosse il cartello di divieto di sosta in occasione della manifestazione.

Ciò che ha lasciato interdetto qualche cittadino presente è stato il fatto che non ci si è limitati a multare come era giusto il mancato rispetto del divieto, ma che si facessero rimuovere le auto nonostante fosse evidente che non creassero apparentemente alcun intralcio alla manifestazione. Un accanimento verso gli ignari seppur distratti e quindi colpevoli cittadini che forse si poteva evitare.