martedì, maggio 29, 2012

Una delegazione di cittadini ricevuta ieri in Comune

Basta cemento a Collegno
Il Campo Volo e il disappunto del sindaco
Campo Volo. Nonostante l'ora, alle 15,30 di ieri una delegazione composta da una quarantina di cittadini è stata ammessa obtorto collo al cospetto del sindaco. Dopo un incredibile tentativo di sbatterli fuori, si sono arresi all'idea e li hanno ammessi in sala giunta. Qui il sindaco ha spiazzato tutti consegnando un documento nuovissimo e originale: il programma della sua coalizione presentato in campagna elettorale nel 2009.
Poi, visibilmente scocciata, si è rivolta a Giovanni Gullo - il referente di CIVICA che aveva fatto da intermediario per l'incontro - affermando: "E' come se avessimo invitato solo lei a cena e si fosse presentato con tutta la famiglia". Un segno di quanta considerazione nel Palazzo si ha per la partecipazione - sempre invocata - dei cittadini. Archiviata la sgradevole accoglienza, la padrona di casa si è lanciata per l'ennesima volta ad illustrare la favola del "Campo Volo-parco pubblico" promesso ai collegnesi che ora si starebbe finalmente per realizzare. Ha trovato anche il modo di lodare le proposte costruttive di Legambiente e Casa Wiwa che hanno lanciato a suo dire suggestioni molto interessanti sull'utilizzo del Campo Volo, tralasciando gli 80 mila mq di pavimento (ora ridotti pare a 60 mila) che si dovrebbero concedere alla banca proprietaria del terreno e l'assoluta assenza di risorse da investire nell'invocato parco. Ora aspettiamo da Legambiente e Casa Wiwa una smentita, perchè siamo sicuri che il sindaco deve aver capito male e che ambientalisti di quella caratura possano acconsentire all'ennesima colata di cemento di 600/900 appartamenti lungo viale Certosa, visto che di questo si sta discutendo.
Il sindaco in ogni caso si è guardata bene dal riferire ad oggi qual è la proposta della banca su cui si stanno confrontando nelle riunioni riservate di partito e di maggioranza, ma ha sostenuto la solita tesi che scambiare un migliaio di abitanti in più con circa 800 mila metri quadri del Campo Volo sarebbe un affare per la collettività. Noi siamo convinti del contrario. Innanzitutto gli abitanti sarebbero molto più di mille, ma in ogni caso noi rifiutiamo il vecchio e abituale scambio tra aree verdi e cemento nel nome ogni volta di benefici tutti da dimostrare per la collettività. Il sindaco ha sostenuto che così fan tutti: Grugliasco,Torino e tutti i comuni d'Italia. Infatti se l'Italia è il paese europeo con il più alto consumo di suolo non è un caso e come non è un caso che in Italia si contano a milioni le case vuote e la contestuale distruzione sistematica di ogni paesaggio.
Ha poi di nuovo giocato con i confini del Campo Volo. Le aree del Campo Volo a Sud di viale Certosa non sarebbero più Campo Volo, quindi sarebbero aree su cui si applicherebbero gli indici di via De Amicis. Si tratta dell'espediente che fa sì che la proprietà possa ambire a costruire il doppio di metri quadri di quanto la famigerata perequazione gli consentirebbe. Quando questa variante urbanistica sia stata approvata non è dato sapere. Per noi che non siamo dei sofisticati urbanisti come il sindaco anche le aree a Sud di viale Certosa, Campo Volo o non Campo Volo, sono aree verdi da lasciare tali, perchè pensiamo che Collegno ne abbia abbastanza di cemento e l'interesse dei collegnesi stia nel porre uno stop senza se e senza ma al consumo di territorio.
Il sindaco ha poi lamentato il fatto che molti di coloro che oggi si oppongono all'acquisizione da parte del Comune dell'area del Campo Volo sono gli stessi che quando lei e il suo partito volevano anni fa cementificarlo invocavano la destinazione a parco pubblico. Ora che lei e i suoi amici di partito si sono convertiti all'idea e vogliono il parco pubblico, i favorevoli della prima ora all'idea di parco vi si oppongono. Ci ha accusati per questo di essere i soliti bastian contrari pur di guadagnare una manciata di voti. In verità pensiamo che quando i cementificatori storici di Collegno che sono riusciti a riempire ogni buco con palazzi e poi ancora palazzi dicono di volere più verde per i cittadini una dose di sana diffidenza sia più che giustificata! Ma qui si tratta di fatti. Il famoso parco che il sindaco vorrebbe non esiste come progetto e con questi chiari di luna non esisterà per chissà quanti decenni, tanto che lei stessa ha detto che una volta acquisito si potrebbe chiedere al contadino che oggi l'affitta l'area di seminarci la colza che lo renderebbe bello colorato. Per continuare a seminarci la colza o farci pascolare le mucche non è necessario concedere la costruzione di centinaia di appartamenti, basta lasciarlo agli attuali proprietari.  E' falso che per preservare quell'area bisogna necessariamente acquisirla. Basta non cambiargli destinazione d'uso facendola diventare edificabile! Gli interessi della collettività si fanno con gli strumenti urbanistici. La proprietà pubblica di per sè non garantisce proprio nulla, come non ha garantito l'intangibilità del Parco Dalla Chiesa, deturpato dall'oscena palestra incompiuta.
Allora l'incontro non è servito a niente? No, l'incontro è stato molto importante perchè ha dato modo alla delegazione di portare chiaro e forte il messaggio dei mille cittadini che avevano firmato l'appello. Ora il sindaco non può far finta di non sapere che, al di là del suo grande consenso elettorale a cui tutti umilmente ci inchiniamo, esiste un'ampia fetta di opinione pubblica collegnese che di cemento non ne vuole più sentir parlare, nè di cotto nè di crudo. In ogni caso in assenza di un progetto serio che ci dica come si pensa di utilizzare quell'area, con quali risorse si realizzerà, chi le metterà a disposizione, chi si farà carico di gestire il parco, per quanto ci riguarda non siamo disponibili neppure a discutere di acquisizioni. I cittadini hanno sotto gli occhi quotidianamente la difficile e carente cura del verde pubblico a Collegno, tutti hanno potuto vedere quando è durato il fantastico "Parco per tutti" nel parco Dalla Chiesa per dare credito a promesse senza fondamento. Al momento il modo migliore per preservare quell'area resta quella rete che non ostacola la vista di chi vuole ammirare la bellezza del paesaggio e impedisci che venga degradato da un accesso senza controlli.
Giovanni Lava