lunedì, settembre 19, 2011

Risposta all'architetto Castelnovi

L'architetto Castelnovi presenta la proposta del Banco Popolare
Campo Volo tra verità e bugie
L'attenzione focalizzata nelle ultime settimane sul Campo Volo ha avuto come conseguenza quella di far passare in secondo piano il PR.INT sull'ambito di via De Amicis. Ma sarebbe sbagliato concentrarsi sull'uno (Campo Volo) dimenticandosi dell'altro (Via De Amicis).
Le due cose sono interconnesse non solo urbanisticamente, ma anche dal punto di vista procedurale e dell'impatto ambientale. Il nostro sindaco all'inizio del suo primo mandato si era detta contraria alla politica del carciofo e favorevole ad una variante urbanistica complessiva che considerasse l'area come un tutt'uno per evitare un risultato incoerente. Cioè proprio il contrario di quello che è accaduto in questi anni. Prima si è scorporata l'area della Elbi, poi si è fatta una variante per la Sistemi, ora se ne appronta una per un pezzo di via De Amicis, un'altra per il Campo Volo, poi ce n'è vorranno altre per le fabbriche che vorranno ricollocarsi, e così via a cascata. Con quale risultato coerente è facile immaginare.
La proposta del Banco Popolare di aderire al PR.INT Mellano risolve il problema dei due terzi. Un Programma Integrato richiede l'adesione di privati per almeno due terzi dell'area in questione. Se sommiamo l'ambito di via De Amicis (600 mila mq) e quella del Campo Volo (800 mila mq) otteniamo circa 1 milione e 400 mila mq come la ormai famosa ex area Falk di Sesto S. Giovanni, tanto per avere un'idea delle dimensioni. Sommando gli 800 mila mq del Campo Volo ai scarsi 300 mila della proposta Mellano, otteniamo 1 milione e 100 mila, quindi superiamo i due terzi fatidici. Peccato che il Banco Popolare aderisce al PR.INT Mellano ma dichiara di non voler aver niente a che fare con gli altri proprietari e quindi nessun scambio di cubature, integrazione urbanistica e quant'altro. Un programma integrato solo nel nome! Ognuno per sè. Un'adesione al PR.INT che appare solo come un escamotage che conviene ai due soggetti proponenti (non a caso sia la proposta Banco Popolare che la bozza di delibera per via De Amicis portano la data del 12 luglio). Che ruolo giochi l'amministrazione pubblica in tutto questo non è chiaro. Il rischio che giochi quello dell'ancella subalterna ad un mucchio di interessi privati è evidente. Ciò spiegherebbe anche il cumulo di inesattezze apparse nel servizio della Stampa di giovedì scorso a partire dal titolo "Duemila abitanti in più in cambio di un super parco", con dichiarazioni del sindaco e del dirigente all'urbanistica virgolettate che non ci risulta siano state smentite. Intanto gli abitanti potrebbero essere molti di più, a meno che tutti gli alloggi che verranno costruiti non vengano abitati da single. Ma la cosa più grave è che gli abitanti in più arriverebbero, ma non il parco. Lo stesso sindaco in commissione ha dichiarato di non avere lontanamente le risorse per trasformare l'area in un parco. Quindi l'area resterebbe così com'è, ma sarebbe di proprietà pubblica, che significherebbero spese in più, senza ottenere che l'area sia posta davvero al riparo l'area da possibili future colate di cemento. Un'altra variante e ... voilà!
Una bugia colossale da giocatori delle tre carte è quella poi che in cambio di 4 milioni e mezzo acquisiamo un area di 700 mila mq. Tutte le aree su cui il Banco Popolare andrebbe a costruire sono aree a servizi. Un metro quadrato di aree a servizi oggi vale (sempre che cia sia un acquirente) tra i 70 e i 100 euro. Un metro quadro di aree edificabili vale dai 300 euro in su. Quindi facendo due conti della serva i 130 mila mq di aree a servizi nel momento in cui ne venisse mutata la destinazione d'uso varrebbero dai 40 milioni di euro in su, la cifra che ragionevolmente vale oggi tutto il Campo Volo (a Nord e Sud di viale Certosa). Altro che regalo!!! In sostanza i cittadini di Collegno, grazie alla trasformazione da aree a servizi ad aree edificabili residenziali, pagano al Banco Popolare la cifra che la banca ha incautamente prestato a Zunino, il precedente proprietario. I soldi prendono il volo e il consumo di territorio resta con i due o tremila abitanti in più, i servizi loro necessari, il traffico e l'inquinamento, tutto a carico della città di Collegno. Un vero affare per Collegno.

Come tutti i frequentatori del nostro Blog hanno visto, siamo stati "omaggiati" di un poderoso intervento da parte dell'architetto Castelnovi, il professionista che ha presentato la proposta del Banco Popolare e che pare davvero preoccupato di difendere il suo buon nome di professionista. Non vuole passare per un palazzinaro. Non capisco però cosa c'entri la nostra voglia di vedere il malaffare dietro l'operazione. Al di là dei sempre possibili malaffari come la cronaca ci ricorda ogni giorno, la nostra critica (per fortuna non solo nostra) alla sua proposta nasce da una considerazione molto semplice: nell'equilibrio generale della città il piano regolatore vigente nelle aree che l'architetto vuole "riqualificare" con delle case prevede aree a servizi e non aree edificabili. La riqualificazione dell'ambito di via De Amicis con le aree del Campo Volo non ha proprio nulla a che fare. Difendere le disposizioni del Piano regolatore è sbagliato? Vorrei ricordare all'architetto Castelnovi che il suo collega Stefano Boeri (il candidato del Pd sconfitto alle primarie milanesi da Pisapia, non un grillino dell'ultima ora) nel suo recente libro "L'anticittà" sostiene che è criminale consumare altro territorio in un paese come il nostro dove negli ultimi dieci anni se n'è consumato più che in qualsiasi altro paese europeo e che vanta il maggior numero di aree industriali dismesse e abbandonate. Noi apprezzeremmo molto di più l'architetto Castelnovi se si esercitasse nell'impresa difficile ma non impossibile di trovare il modo di ribaltare sulle aree industriali dismesse di via De Amicis e di corso Marche quell'indice di cubatura che la maggioranza politica di Collegno aveva detto di voler assegnare all'area del Campo Volo e che ammonta in ogni caso a meno di 40 mila mq e non agli 83 mila che vuole il Banco Popolare e che l'Accossato è pronta a dare. Se a Collegno l'amministrazione volesse fare davvero l'interesse della città questo gli chiederebbe, invece che svendere territorio libero e lasciando le aree dismesse senza riqualificazione.

Un'ultima annotazione: nel corso della commissione urbanistica di una settimana fa il sindaco si disse orgogliosa di rappresentare un Comune che aveva bloccato una pesante speculazione ai danni del Campo Volo, trasformando quell'area da edificabile in area a servizi. Ho già scritto che quell'area prima ancora era un'area agricola e le giunte di cui lei aveva fatto parte avevano trasformato in aree edificabili. Ora posso essere più preciso pubblicando la scheda relativa al Campo Volo del Piano Regolatore precedente a quello attuale.

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La cosa stupefacente, come si legge nella scheda, è che quel progetto definito da tutti come una colata di cemento prevedeva in ogni caso che le aree da destinare a parco pubblico di rilievo territoriale dovevano essere "in misura non inferiore a 600.000 mq". Quel progetto tutti dicono che era una grande speculazione. E quello attuale che ne salva, non si sa fino a quando, meno di 700 mila mq, come vogliamo chiamarlo? A me sembra che se non è zuppa è pan bagnato.
Giovanni Lava