venerdì, febbraio 11, 2011

Più di quattro ore di dibattito per il registro comunale

Eluana Englaro
Maratona per il testamento biologico
Il tema del fine-vita è entrato ieri sera per la seconda volta in questa legislatura in Consiglio comunale. La prima fu nel novembre del 2009 grazie ad una mozione presentata dal Pd che chiedeva l'istituzione a Collegno del registro per il testamento biologico.

Il dibattito anche allora fu acceso, ma niente in confronto a ieri sera, quando - non era mai successo prima - quasi tutti i consiglieri comunali sono intervenuti nel dibattito e così per quattro ore abbondanti gli interventi si sono alternati con dichiarazioni e accenti pro e contro. Il tutto sotto l'occhio vigile delle telecamere - i lavori del consiglio comunale sono stati ripresi e trasmessi sul Web del Comune in presa diretta - e sotto quello molto meno neutro e poco benevolo di parroci e parrocchiani, pronti all'applauso dopo l'intervento appassionato del consigliere Iacobucci (Pdl) che a quanto pare della lotta all'istituzione del registro per il testamento biologico ha fatto una ragione di vita e una vera e propria crociata senza esclusione di colpi.
Ieri sera abbiamo assistito al pentimento dei consiglieri della Lega Nord. Infatti avevano votato a favore un anno fa e hanno votato contro ieri, un cambiamento di opinione giustificato da un cambio di rotta nella politica del partito verso i diktat della chiesa. Un episodio che conferma come a volte si nasce incendiari per poi morire pompieri. Tutti si sono sgolati a dire che la loro posizione non era ideologica, ma di fatto tutti hanno parlato in linea con il proprio partito di riferimento. Non ci sono stati casi di coscienza nè da una parte nè dall'altra. Con la delibera - voto favorevole dei partiti di maggioranza più CIVICA, voto contrario di Pdl, Lega, Udc - si è approvato il regolamento comunale per il registro dei testamenti biologici e di fine vita allo scopo "di tutelare la piena dignità delle persone" nella fase terminale della vita. Funziona così. I cittadini che lo vorranno - si tratta di una libera scelta - depositano presso un notaio il proprio testamento biologico con il quale, mentre si è nel pieno delle proprie facoltà mentali, si indica in anticipo i trattamenti medici cui essere o non essere sottoposti in caso di malattie o traumi cerebrali che causino una perdita di coscienza permanente e irreversibile. Nel testamento viene nominato anche un fiduciario che diviene, nel caso in cui la persona non sia in grado di comunicare con i medici, il soggetto chiamato a dare esecuzione alle volontà dichiarate nel testamento. Redatto il testamento e depositato presso un notaio, ci si reca in Comune per farne registrare l'esistenza. A che serve tutto ciò? A far sì che nel momento in cui si dovesse malauguratamente presentare la necessità, chi deve decidere (medici, parenti, magistrati) se e come intervenire su di una persona  non più cosciente possa rivolgersi al comune di residenza del paziente per verificare l'esistenza o meno di un testamento biologico.
Ma come nasce l'esigenza di un testamento biologico? Come mai nelle epoche passate non se ne sentiva la necessità? Perchè solo ai nostri giorni con il progresso delle tecniche mediche è possibile tenere in vita una persona in stato vegetativo per anni e anni anche in assenza di qualsiasi possibilità di recupero di coscienza. In passato la morte in certe condizioni era inevitabile in poco tempo. A far esplodere in Italia il problema e anche le polemiche è stato il caso di Eluana Englaro, tenuta in vita artificialmente per ben 17 anni. Sull'onda emozionale causata da Eluana, in Italia si è aperto un acceso dibattito tra chi ritiene che la dignita della persona debba far sì che si metta fine alle terapie (accanimento terapeutico) e chi invece come la chiesa ritiene che mai si debbano sospendere le cure e che afferma apertamente che la loro interruzione non sia altro che una forma di eutanasia mascherata. Il Parlamento avrebbe dovuto da tempo legiferare in merito, ma il tempo passa e una legge tarda a venire. Ecco allora l'iniziativa di alcuni comuni di trovare una qualche risposta al problema. Ma che cosa fa sì che una persona possa "scegliere" le cure a cui intende sottoporsi e se vuole anche a rifiutarle? Lo sancisce la Costituzione che all'articolo 13 recita: La libertà personale è inviolabile. Mentre all'articolo 32 recita: Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge (è il caso delle vaccinazioni obbligatorie). La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. E' grazie all'articolo 32 della Costituzione che oggi nessuno può essere sottoposto ad una cura o intervento sanitario senza il proprio consenso (il cosiddetto consenso informato). Bisogna firmare per tutto anche solo per essere sottoposti ad una ecografia! ma quando una persona non è più cosciente, come fa a dare il proprio consenso? Ecco la funzione del testamento biologico: dettare in anticipo le proprie volontà in merito.
Il provvedimento approvato ieri a Collegno servirà, non servirà? Sarà utilizzato solo da una sparuta minoranza? Si vedrà, ma fosse anche solo uno ad utilizzarlo, ne sarebbe comunque valsa la pena. Non deve creare scandalo che ci sia chi pensi che bisogna impedirlo ad ogni costo, anzi. Sono comprensibili le preoccupazioni sincere di chi pensa che si possa scivolare verso forme eugenetiche, dove chi non è autonomo, incosciente venga soppresso perchè costa sofferenze, quattrini e fatica. Quel rischio esiste con e senza il testamento biologico e con il testamento biologico non ha nulla a che fare. (Come l'aborto - che si è voluto evocare come spauracchio ieri sera - esisteva ben prima della legge e continuerebbe ad esistere anche senza la legge). Quel rischio può essere combattuto solo da una società più sana e solidale, con gli anticorpi giusti, una società fatta di uomini liberi di decidere. Sicuramente una società molto diversa da quella modellata dall'uomo di Arcore. L'unica miseria nel dibattito di ieri sera, che pure ha avuto momenti molto intensi, era rappresentata dall'opportunismo evidente di alcuni nel tentativo di accucciarsi per qualche voto in più sotto il manto di Santa Romana Chiesa. Ma questa è tutt'altro che una novità.
Giovanni Lava