mercoledì, ottobre 13, 2010

Sgombrato dall'area camper


Boro Brambilla alle ore 10
Incatenato davanti al municipio minaccia il suicidio tra l'indifferenza dei passanti
Figlio di una profuga croata, il 48enne Boro Brambilla, cittadino italiano dalla nascita, questa mattina si è incatenato ad una colonna all'ingresso del Municipio di Collegno.

La protesta rappresenta per lui l'ultima spiaggia a seguito dell'ordinanza di sgombero del sindaco dall'area camper di corso Pastrengo. Nel camper della famiglia Brambilla vivono in nove, tra marito, moglie, figli e nipoti, di cui diversi minorenni. La sistemazione nell'area camper in attesa di una casa popolare era avvenuta prima dell'estate con la benedizione dell'assessorato ai servizi sociali, tanto che per un mese erano state pagate dal Comune le spese di consumo dell'acqua e dell'energia elettrica, successivamente pagate dalla famiglia Brambilla. L'ordinanza di sgombero viene giustificata col fatto che con i lavori per la costruzione lì vicino del nuovo ecocentro, l'area non sarebbe più sicura per i bambini. Al momento le uniche entrate ufficiali della famiglia Brambilla sono rappresentate dalla pensione di invalidità del signor Boro di 267 euro e da una borsa lavoro ad uno dei suoi innumerevoli figlii. A detta dell'incatenato riescono a sopravvivere grazie alle elemosine che raccolgono davanti ai supermercati. Va anche detto che tutti i minori sono scolarizzati e frequentano regolarmente le lezioni. Un caso difficile, molto difficile a detta degli uffici comunali, che conoscono molto bene il signor Boro, perchè da anni intervengono a sostegno della famiglia ma sempre con scarsi risultati. L'assessore Tenivella sopraggiunto ad un certo punto della mattinata afferma di non voler neppure parlare con l'incatenato, perchè troppe ne ha combinate. L'unica soluzione per l'assessore è quella che accetti di portare il camper nel Campo Nomadi di Collegno. Ma il signor Boro sostiene che ci ha già provato ma non possono starci perchè essendo italiani vengono minacciati e picchiati dagli altri slavi che abitano nel campo. L'assessore racconta anche che in passato era stato dato provvisoriamente un'alloggio al villaggio Dora, ma che quando l'hanno lasciato a seguito delle proteste degli altri inquilini, l'alloggio era stato deturpato, quasi demolito. Un caso senza speranza di soluzione, anche perchè a detta dell'assessore, vi è stato anche un episodio di aggressione di un vigile da parte del figlio del signor Boro. Conoscendo il lavoro di tutto rispetto che l'assistenza compie a Collegno, non ho difficoltà a credere a quanto dicono, anche se la versione del signor Boro differisce molto. L'augurio è che si trovi una qualche soluzione che non lasci ora con l'inverno alle porte queste persone al freddo e al gelo, senza servizi. Ma questa mattina c'era qualcosa che stonava, che mi ha molto colpito: l'apparente indifferenza generale. Ora quest'uomo sarà certamente un "disgraziato" sotto tutte le accezioni del termine, ma ad un certo punto si è riempito le mani di compresse (essendo affetto da molte patologie, ne prende di diversi tipi), minacciando di ingoiarle tutte e farla finita e a nessuno pareva importare nulladella sua minaccia di suicidio. La gente continuava a passare senza batter ciglio, incurante della cosa. Beh, io penso che sia immorale disinteressarsi così del prossimo, anche quando questo prossimo fosse un poco di buono. L'unica battuta che ho sentito: "Vada a casa sua". Non si capisce bene dove sarebbe la sua casa a questo punto. Non credo che questo atteggiamento, sempre più diffuso, di incuranza verso i problemi degli altri, ci porterà nulla di buono. E' già accaduto e nulla, se non il civismo democratico delle persone, potrà impedire una nuova barbarie.
Giovanni Lava