mercoledì, settembre 08, 2010

L'uccisione di Angelo Vassallo

Angelo Vassallo
Cilento, povera terra mia!
Non conoscevo Angelo Vassallo, forse neppure ne avevo sentito parlare. So però che da molti anni, quando d'estate mi reco qualche settimana al paesello natio, preferisco percorrere qualche chilometro in più per una nuotata nel mare di Acciaroli e Pioppi ...

... piuttosto che in quello di Casalvelino o Ascea, le località più vicine e gettonate dai miei compaesani. I motivi sostanzialmente sono due: il mare più pulito e una costa meglio conservata. Ignoravo che gran parte del merito fosse proprio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, così barbaramente trucidato. Di fatto la sua uccisione mette una pietra tombale sulle residue speranze di salvaguardia di una costa, quella del Cilento, tanto bella quanto deturpata da anni di speculazione edilizia selvaggia e da frequentazioni poco raccomandabili. Basta percorrere la superstrada che collega Agropoli a Vallo della Lucania per farsi venire i brividi alla schiena.
Il Cilento era e per molti versi resta un lembo di terra tanto bello, quanto aspro e povero. Un territorio che fino a qualche decina di anni fa non conosceva criminalità nè piccola nè grande. Il cilentano con secoli di isolamento alle spalle è per costituzione un tipo poco espansivo, fiero, ma anche generoso ed ospitale, molto diverso dal napoletano standard, tanto che i napoletani sono sempre stati guardati con sospetto e scarsa simpatia. Era da Napoli, dalla città, che venivano i dominatori e  ... le fregature. La povertà del Cilento ha indotto intere generazioni ad emigrare per il mondo, svuotandolo di ogni energia umana e rendendolo sempre più povero. Il Cilento non è mai stato così povero e senza futuro come oggi, senza prospettive, ostaggio di una classe politica e di una dirigenza ignorante, avida e parassitaria. Un parassitismo che si è esteso anche alle fasce di popolazione meno abbienti, che sopravvivono grazie alle raccomandazioni, alle pensioni e alle piccole truffe ai danni dell'Inps. Ad ogni ritorno per me è una gioia e una sofferenza, combattuto tra l'amore struggente per una terra belllissima e il dolore per lo stato delle cose umane e il degrado ambientale, sociale e culturale che avanza. Nè mi consola il fatto che lo stesso si può dire per l'Italia tutta.
Dagli anni Settanta il Cilento è spaccato in due: l'entroterra ha continuato svuotarsi di uomini, animali e cose, mentre la costa ha subito uno sviluppo drogato e degradato, dovuto  all'invasionedi turistica, vere e proprie orde tanto rapaci quanto poco danarose, che come cavallette hanno perfino spogliato il mare di ogni forma di vita commestibile. D'altronde l'offerta di strutture ricettive è quasi nulla. Dominano le seconde case e quelle in affitto mediamente di basso o bassissimo livello. La stagione turistica si concentra quasi tutta nel mese di agosto, quindi l'offerta di case in affitto non poteva che essere abbondante e di infima qualità, case costruite una sull'altra, senza fogne con strade e servisi praticamente inesistenti. Agropoli, Casalvelino, Ascea sono dei labirinti senza vie d'uscita. Nel Cilento non mancano luoghi di eccellenza come Palinuro, Scario, Marina di Camerota e così via, tra cui Pioppi e Acciaroli, appunto. Acciaroli da sempre nota per i soggiorni di Hemingway, Pioppi per il luogo dove per prima fu studiata la dieta mediterranea. Entrambe frazioni di Pollica che sta in alto. Ora l'uccisione di Angelo Vassallo, al di là dei buoni propositi della prima ora, non potrà che avere come conseguenza quella di rinforzare la rassegnazione atavica dei cilentani. Con la morte di Vassallo, rischia di morire anche ogni residua speranza di riscatto. Spero di sbagliarmi.
Giovanni Lava