lunedì, marzo 22, 2010

I costi esorbitanti della campagna elettorale

I benpensanti storcono il naso, ma è davvero così scandaloso?
La corsa ai manifesti preelettorali iniziata già dall’estate scorsa in vista di un posto nel nuovo consiglio regionale e poi l’overdose della campagna elettorale hanno fatto storcere il naso a più di un benpensante, vero o presunto che sia. Indubbiamente per guadagnarsi un posto al sole di Palazzo Lascaris di quattrini ...
....ce ne vogliono. Allora la domanda se è lecito sperperarne così tanti e soprattutto chi può permettersi una campagna elettorale che si fa di tornata in tornata più lunga ed estenuante è sacrosanta. Ma è una domanda che si ripete ad ogni appuntamento elettorale ed ha un po’ il sapore della scoperta dell’acqua calda. Come se non fosse stato sempre sin dal tempo dei Romani una questione di soldi. Ho letto da qualche parte che c’è già chi per porvi rimedio auspica una soluzione tipo porcata di Calderoli, la legge elettorale in vigore per l’elezione dei parlamentari, e cioè l'abolizione delle preferenze, un rimedio decisamente peggiore del male, che consegna gli eletti prima durante e dopo legati mani e piedi alle segreterie di partito, anzi nelle mani dei vari boss di partito.
Ora a me pare che lo scandalo alla fine stia o possa stare più nei possibili finanziamenti illeciti che non nella quantità del denaro che si spende. È vero che tanto più costose sono le campagne elettorali, tanto più si possono avere inquinamenti mafiosi e simili.
Ma se alla fine una fetta consistente dei lauti guadagni dei consiglieri regionali o degli aspiranti tali viene bruciata nella campagna elettorale, in sé non ci trovo nulla di sconveniente. È un modo come un altro per avere una redistribuzione di un reddito evidentemente troppo facilmente guadagnato. Infatti per stuoli di addetti stampa, giornalisti, editor, pubblicitari, grafici, tipografi, attacchini, distributori di pubblicità, bar, ristoranti, produttori di gadget … la campagna elettorale rappresenta quello che il mese di dicembre è per i negozianti. In un periodo di crisi come questo, una vera e propria boccata d’ossigeno per tanti.
g.l.