lunedì, febbraio 01, 2010

Serata di gala per i 30 anni di Collegno Città

La Casta collegnese sul palcoscenico della Lavanderia a Vapore
Lo stemma della Città di Collegno
Gli ingredienti per una serata di gala in salsa collegnese c’erano tutti: la banda tirata a lucido con il suo sempre più bravo direttore Antonio Zizzania, c’erano tra gli altri artisti del calibro del batterista Gian Paolo Petrini, pittori e scultori come Matteo Cassetta e Gabriele Garbolino, eccetera. Ma in prima fila come si conviene c’era soprattutto lei: la casta collegnese in grande spolvero. Arricchita dalla presenza – pensate un po’ – della presidente della Regione Mercedes Bresso, affiancata per puro caso dal consigliere regionale uscente e candidato Nino Boeti con la consorte. Si festeggiavano i 30 anni della Città di Collegno, titolo assegnato dal Presidente della Repubblica Pertini nel 1980, sotto il regno di Manzi.

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Un Manzi ieri sera in gran forma nonostante la veneranda età.
Il momento topico della serata, anche se il più noioso per il numeroso pubblico presente, è stato quello dei discorsi del sindaco Accossato e dei tre sindaci che l’hanno preceduta: Manzi, Miglietti e D’Ottavio. Una festa in famiglia insomma! Ognuno di loro ha cercato di rubare la scena agli altri con il proprio amarcord. Manzi ha fatto un discorso da par suo segnato dall’epicità che gli viene naturale da vecchio comandante partigiano. Miglietti ha reso molto bene lo smarrimento provato al suo ingresso tra i reparti del manicomio con tutte quelle scale che salivano e scendevano e una Sarajevo attraversata in un blindato sotto il tiro dei cecchini, che non c’entrava niente con il manicomio, se non che il ricordo di entrambe le esperienze lo commuovono ogni volta fino alle lacrime. D’Ottavio, invece, sempre alla mano e con un gran sorriso non si è smentito come quando ha sostenuto spudoratamente che tutti gli ex sindaci di Collegno si sono sempre fatti da parte senza mai criticare l’operato di quello che li ha succeduti. Come mente lui, nessuno! Sono cinque anni che sta con il fiato sul collo dell’Accossato e non più di un anno fa ne chiedeva pubblicamente la testa anche sui giornali. Però per certi versi c’era anche del vero nella sua affermazione. Infatti ieri sera a vederli lì tutti schierati, nessuno assente alla chiamata, si toccava plasticamente l’eterna cupola del potere collegnese. Tra di loro si sono accoltellati e si accoltellano ancora , metaforicamente parlando, ognuno ha fatto le scarpe a chi lo ha preceduto o tentato di farle al successore, ma con un limite: il bastone del comando doveva restare all’interno della ristretta famiglia comunista. Meriti o demeriti poco hanno contato nella trasmissione del testimone, l’unico valore che ha contato davvero è stato quello della fedeltà alla vecchia chiesa. Nonostante si odiassero reciprocamente ognuno ha coperto chi lo ha preceduto fino in fondo. E la fedeltà è stata sempre premiata, nessuno è stato scaricato. Così Manzi continua ad essere presente nella stanza dei bottoni tramite la figlia assessore; Miglietti è stato ripagato prima con l’elezione in Regione e poi con la presidenza di Punto Ambiente, la società del CIDIU che si occupa di compost; a D’Ottavio al momento è sfuggito l’ambito obiettivo di diventare onorevole, ma è stato lautamente compensato con un assessorato provinciale importante; l’Accossato assessore provinciale lo è già stata, quindi quando sarà il momento gli toccherà una poltrona più importante.
Nel corso della serata è stata assegnata anche la prima Certosa d’oro che è toccata a Lisa Roscioni autrice del libro “Lo smemorato di Collegno. Storia italiana di un'identità contesa”. La Roscioni ha parlato di memoria da coltivare nei confronti dei giovani, tema ripreso curiosamente dal Senatore Manzi, dimentico che quando si parla di memoria a Collegno, si deve parlare piuttosto di una memoria prigioniera, di una memoria che continua ad essere negata, nonostante il libro dello storico Bruno Maida “Prigionieri della memoria” sull’eccidio avvenuto a Collegno il I° Maggio del 1945. Ma oggi bando ai pensieri tristi, Collegno festeggia 30 anni con le pastiglie Leone di cui è stato omaggiato il pubblico presente!
Collegno 1 febbraio 2010
Giovanni Lava