lunedì, gennaio 14, 2013

Un cavallo di Troia per l'arrembaggio a tutta l'area

Palazzo di via Antonelli
La delibera che scotta
Ci risiamo! Giovedì prossimo, 17 gennaio 2013, la delibera Metropolis torna in consiglio comunale. Non sono bastate due batoste, il sindaco va alla ricerca della terza. Quello che è sicuro è che ha una fretta del diavolo nel voler concedere alla proprietà del palazzone la libertà di fare e disfare a suo piacimento e quindi realizzare il progetto di trasformare in alloggi i locali destinati ad uffici.
La delibera è stata inserita con una operazioni molto discutibile in un consiglio comunale che, su richiesta delle opposizioni, era già stato convocato più di un mese fa da dedicare esclusivamente alla discussione delle mozioni presentate dai vari gruppi politici. Se ce ne fosse stato bisogno, se qualcuno aveva ancora dei dubbi, tanta insistenza rappresenta la prova inconfutabile della volontà di dare la stura allo spacchettamento di ogni programmazione urbanistica possibile e immaginata sin qui.
Infatti la delibera in questione rischia di essere il cavallo di Troia che forzando la mano al consiglio comunale spiana di fatto la strada a interventi singoli a catena come quelli che si annunciano sull'area ex Mandelli, ex Sandretto e così via.
In principio il sindaco Accossato per il comparto di via De Amicis prometteva una variante strutturale complessiva. Poi ci fu lo strappo per l'area ex Elbi, e dopo cinque o sei anni senza essere riuscita a cavare un ragno dal buco cercò di acchiappare al volo la proposta fatta dallo studio Mellano di percorrere una strada meno impegnativa della variante strutturale, quella del Programma integrato di riqualificazione urbanistica (PRIN) progettato e pagato dai privati. Peccato che questo programma integrato coinvolgeva solo una parte di tutto il comparto. Come CIVICA ci siamo opposti da subito ad una scelta che di fatto smentiva l'impegno politico proclamato dal sindaco di volere una soluzione globale che evitasse soluzioni contraddittorie che avrebbero compromesso una trasformazione equilibrata del comparto e che non avrebbero risolto il disordine urbanistico che a parole si diceva di voler superare.
Ma anche la strada del PRIN è risultata alla fine non percorribile per il sindaco vista l'opposizione di un'ampia fetta dei suoi consiglieri di maggioranza che non hanno condiviso un percorso che come diciamo noi di CIVICA affida ai privati la programmazione del territorio, cosa che invece spetta all'ente pubblico e al consiglio comunale. Allora ecco che arriva a fagiolo l'applicazione controversa della legge 106/2011. La richiesta di Metropolis tra tutte le realtà compromesse esistenti nell'area di via De Amicis appare anche come la meno compromissoria per il futuro dell'area: in fondo si tratta di un edificio già esistente a cui si cambia solo destinazione d'uso. Non a caso è la prima richiesta che viene protocollata. Quello che non avevano previsto era la tenace resistenza del consiglio comunale, un consiglio comunale sempre più geloso delle proprie prerogative che ha smesso di eseguire a comando come era avvenuto sin qui. Si pensi solo alla variante 14, quella che ha ridotto le distanze di salvaguardia dalla tangenziale per consentire ad alcuni soggetti di costruire là dove prima non era consentito, compromettendo così la possibilità di ampliare un giorno la tangenziale stessa.
L'insistenza del sindaco e della sua giunta nel volere ad ogni costo imporre al consiglio comunale la votazione della delibera appare quanto mai sospetto, visto il rifiuto di discutere seriamente le obiezioni e le richieste che i consiglieri comunali hanno avanzato. Un atteggiamento di chi è alla disperazione e prova il tutto per tutto pur di uscire da una situazione politicamente sempre più insostenibile. Giovedì prossimo i consiglieri comunali (di maggioranza o di opposizione non importa) sono chiamati alla prova della "schiena dritta" di chi non si fa espropriare del proprio ruolo e soprattutto della difesa dell'interesse pubblico e non di quello della variegate camarille private che si agitano sullo sfondo della scena collegnese.
Giovanni Lava