mercoledì, ottobre 16, 2013

I LAVORI DI RESTAURO DEI CHIOSTRI DELLA CERTOSA

Rinascono a nuova vita i chiostri della Certosa di Collegno.
Da luogo di degrado a luogo di eccellenza architettonica. Il lavoro non è ancora finito, ma già si possono apprezzare i pregi di un vero e proprio monumento architettonico che vanta la città di Collegno e che fino ad ora non è riuscita a valorizzare. Per il momento si sta mettendo fine, si spera, ad un lungo periodo di abbandono e di degrado come testimonia la foto che segue.

Come avevamo scritto su questo blog circa due anni fa, il Comune di Collegno ha stanziato 1.600.000 euro per restaurare non solo il chiostro grande, quello con le colonne in pietra di Chianocco, ma anche i due più piccoli, fino all'ingresso principale che culmina nel portale dello Juvarra, già restaurato qualche anno fa.
Come ha illustrato, nel corso della visita a beneficio dei consiglieri comunali, l'architetto Besso Marcheis a cui è stato affidato il progetto, l'opera di restauro è totale, dai pavimenti alle colonne, al soffitto. Un'impresa tutt'altro che facile riportare il chiostro aulico all'antico splendore, visto il degrado e i successivi grossolani interventi di cui è stato fatto oggetto.
Si spera che una volta restituito agli antichi splendori si trovi anche il modo per restituirlo ai collegnesi, intervenendo anche sulla vegetazione "selvaggia" che ne impedisce la vista.
La proprietà resta della Regione, ma l'intervento è stato pagato dal Comune a compensazione dell'acquisizione della proprietà di alcuni padiglioni dell'ex Op.
Alla gioia di veder rinascere il gioiello si contrappone comunque il rammarico per l'incapacità delle amministrazioni comunali e regionali che si sono succedute di trovare una valorizzazione di un complesso monumentale che avrebbe trpvato in qualsiasi altro luogo in Italia e all'estero. Un esempio per tutti: la Certosa di Padula nel profondo Sud dell'Italia.
Giovanni Lava

lunedì, ottobre 14, 2013

L'ITALIA DEL SILENZIO


Oliva e Manzi evitano di andare fino in fondo.
"La Resistenza è stata davvero un'esperienza palingenetica della nostra storia o non, piuttosto, l'alibi attraverso cui l'Italia e gli italiani hanno evitato di fare i conti con le proprie responsabilità?" E' la domanda che si è posta lo storico Gianni Oliva e a cui ha cercato di rispondere venerdì scorso nel corso della presentazione a Collegno del suo ultimo libro dal titolo eloquente "L'Italia del silenzio - 8 settembre 1943. Storia del paese che non ha fatto i conti con il proprio passato". L'incontro è stato organizzato dal Comitato Resistenza Colle del Lys e dall'ANPI di Collegno. 
Il libro è diviso in due parti, nella prima vi è una rivisitazione degli eventi di 70 anni fa, nella seconda, quella a dir di molti la più interessante e per qualcuno provocatoria, vengono poste domande imbarazzanti. Oliva in sostanza ha affermato che i guasti dell'Italia di oggi derivano in parte anche dal fatto che non si è mai fatto i conti con le responsabilità dell'Italia e degli italiani per il Ventennio fascista e gli orrori della guerra, in cui i soldati italiani nelle nei paesi occupati si macchiarono spesso di crimini che nulla avevano da invidiare a quelli commessi dai nazisti in Italia. Altro che italiani brava gente! Il ragionamento di Oliva si sviluppa su di una linea che parte dalla constatazione che la Resistenza fu una scelta di pochi, mentre La maggioranza degli italiani, la cosiddetta "zona grigia", rimase estranea ai venti mesi di guerra partigiana; e una parte aderì alla Repubblica di Salò. La Resistenza poi sarebbe servita per non fare i conti con il proprio passato. Grazie alla Resistenza gli italiani hanno evitati di vergognarsi di quanto accaduto. Quando la guerra è finita abbiamo fatto finta di averla vinta. E la Resistenza ci ha permesso di affermare che in fondo eravamo usciti dalla guerra vincitori e di non avere responsabilità verso tutto ciò che l'aveva preceduta.
Non si tratta in ogni caso di una tesi nuova. Già il grande storico liberale Rosario Romeo ben prima di Gianni Oliva aveva detto: "La resistenza, opera di pochi; è stata usata da tanti per evitare di fare i conti con il proprio passato". Ciò che è nuovo è il fatto che a sostenerlo sia oggi uno storico organico alla vulgata resistenziale. Infatti non a caso si parla di tesi provocatoria che subito è stata condannata da molti esponenti della sua area politico-culturale.
Da educatore prima che da storico Oliva si è chiesto se il modo nel quale la storia del fascismo e della Resistenza è stato trasmesso ai giovani è quello giusto oppure se il mettere in luce solo le luci e dando poco peso alle ombre non sia all'origine di quanto è accaduto in Italia con il ventennio berlusconiano.
Ma allora va modificato il modo in cui la Resistenza viene ricordata e divulgata ai giovani? Se lo è chiesto Elena Cattaneo del Comitato Colle del Lys. L'intervento del senatore Luciano Manzi non ha lasciato spazio a ripensamenti: per quanto si è detto d'accordo con le tesi di Oliva, a suo avviso, non va modificato il modo con il quale da decenni viene raccontata la Resistenza ai giovanni. Oliva, forse timoroso di cadere in disgrazia presso l'ANPI e gli ambienti tradizionali di culto della Resistenza da cui proviene, ha risposto a Manzi che le sue tesi sono solo per gli addetti ai lavori, mentre va benissimo somministrare ai giovani la stessa minestra di sempre. Posso dire che mi sono cadute le braccia a sentirlo a affermare ciò?
In fondo è sempre la stessa storia. Anche qui a Collegno, quando non hanno potuto più nascondere i fatti del 1° Maggio 1945, li hanno ammessi, ma questo non ha modificato di una virgola i loro comportamenti in occasione delle varie celebrazioni. Silenzio c'era prima, silenzio ha continuato ad esserci anche dopo.
Tornando però al libro di Oliva, non è solo quanto da lui sostenuto che ha impedito di fare i conti all'Italia e agli italiani (tutti) con il passato fascista. A mio avviso c'è una mistificazione di fondo più grave.
Quando, per esempio, si parla dell'orrore delle leggi razziali del 1938, si dice sempre che si tratta di una delle più imperdonabili colpe del fascismo. E si dice la verità. Peccato che contemporaneamente si dà vita ad una gravissima rimozione. Chi addossa al fascismo la responsabilità di quelle leggi dice la verità, chi esprime una condanna  del fascismo senza appello per quella responsabilità fa bene. Peccato però che nel 1938 in Italia, a parte qualche sparutissima eccezione, erano tutti fascisti, compresi gli intellettuali, compresi quelli che poi scriveranno la gloriosa pagina resistenziale. Una pagina che sicuramente ha riscattato le colpe del fascismo, ma non le ha cancellate. I guasti sono rimasti. Quelle colpe le forze politiche del cosiddetto arco costituzionale le hanno sempre addossate ad un fascismo altro da sè e le hanno caricate solo sui nostalgici del fascismo. Le leggi razziali furono colpa dei cattivi, noi siamo i buoni, quindi ... 
La Resistenza e l'antifascismo post-bellico sono stati usati per cancellare colpe collettive e colpe individuali e per rifarsi tutti una verginità. Questo ha consentito di traghettare bellamente nel dopoguerra più o meno sottotraccia vent'anni di cultura e di consuetudini fasciste che avevano agito in profondità e che hanno continuato a produrre i loro frutti avvelenati, dal razzismo, alla corruzione, allo scarso senso della comunità, all'immoralità e al doppiogiochismo in politica come normalità da premiare...
Ecco perchè a mio avviso Oliva, e Manzi che si dice d'accordo con le sue tesi, vestali entrambi della Resistenza, sono arrivati ad avvertire che qualcosa non ha funzionato nella trasmissione dei suoi valori alle generazioni successive. Hanno cominciato a mettere  a fuoco la verità dal punto di vista storico, ma poi non sono conseguenti nei comportamenti concreti, non vanno fino in fondo. Posso capire che non è affatto facile, anche perchè dal punto di vista politico-culturale purtroppo è troppo tardi ormai. Eppure forse varrebbe la pena di provarci a fare i conti con il nostro passato una buona volta, senza i soliti piccoli calcoli di bottega.
Giovanni Lava

giovedì, ottobre 10, 2013

DOMANDE PER PRESIDENTE E SCRUTATORE DI SEGGIO ELETTORALE

LE DOMANDE VANNO PRESENTATE DAL 1° AL 31 OTTOBRE PER IL PRESIDENTE E DAL 1° OTTOBRE AL 30 NOVEMBRE PER GLI SCRUTATORI.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI CONSULTARE IL SITO DEL COMUNE.

mercoledì, ottobre 09, 2013

IL GIORNO DELLE SCUSE

Letta per Lampedusa e Grasso per il Vajont.
L'ultima trovata escogitata dai nostri politici per prendere per il sedere gli italiani è quella di chiedere pubblicamente scusa. Il presidente del consiglio Enrico Letta le ha chieste per i morti di Lampedusa, il presidente del senato Pietro Grasso si è spinto più in là, chiedendole addirittura per i morti del Vajont di cinquant'anni fa. Nessuno pare si sia ancora fatto avanti per chiedere scusa per i morti della Prima Guerra Mondiale, ma un po' di pazienza e qualcuno si farà avanti a chiedere scusa anche a loro. Ci troviamo di fronte all'ultima frontiera della politica italiana per risolvere i problemi con poca spesa: basterà dopo ogni disastro, annunciato o meno, chiedere scusa e ci si mette la coscienza a posto. Vedrete che in un crescendo di emulazione arriveranno a chiedere scusa anche per le tragedie che non sono ancora avvenute.
Il presidente Napolitano questa volta è stato superato dai suoi sodali più prossimi. Se sulle carceri, invece che il messaggio alle camere, avesse semplicemente chiesto scusa ai carcerati, se la cavava prima ed evitava tante polemiche e speculazionii.
Purtroppo se c'è qualcuno che deve chiedere scusa al mondo intero per la sua classe politica di peracottari è il popolo italiano.
Una classe politica quella italiana tanto imbelle quanto inaffondabile: più disastri combina e più sta a galla, così può presentarsi con la faccia di tolla di chi non ha mai alcuna responsabilità di quanto accade nel Belpaese.
Volete un esempio fresco di giornata? Un esempio che può essere preso a paradigma di tutti gli altri? Guardate, se non lo avete già fatto, l'intervento di Livia Turco a La7 (guarda il video). La veemenza contro i grillini, l'indignazione accorata verso le condizioni dei carcerati ... quanta faccia tosta mostra di avere l'inossidabile ex ministra. I grillini saranno pure dei cretini, ma ancora non sono stati ministri come la Turco o come Napolitano, per questo evidentemente sono all'origine di tutti i mali d'Italia. Invece chi ha da sempre avuto le mani in pasta, non ha mai alcuna responsabilità, l'unica cosa che riesce a fare, se proprio vi è costretto dalle circostanze, è quella di chiedere scusa. Quella di togliersi dai cabasisi, quella mai.
Giovanni Lava

martedì, ottobre 08, 2013

UN PARCO BUONO PER OGNI INFRAZIONE

Rispettare le regole? Al Dalla Chiesa non esiste proprio.
La settimana scorsa attraversavo il parco Dalla Chiesa in bici per recarmi negli uffici comunali, stavo superando un gruppetto che faceva jogging, quando in fondo al viale si è materializzata a tutta velocità un Multipla. Sia io che i corridori siamo stati costretti a ripararci ai bordi della strada per non essere investiti, visto che l'auto proseguiva alla stessa velocità senza dar ad intendere alcuna intenzione di rallentare. Sgommando l'auto ha girato poco dopo nel vialetto sterrato che costeggia Villa 5 e si è fermata davanti al cancello. Ne è scesa una donna con una bimba in braccio. Mi sono avvicinato per far presente alla signora che si trovava in un parco e non sulla pista di Monza e per di più che nel parco il traffico sarebbe proprio vietato. La signora in modo molto signorile mi ha mandato a quel paese, affermando che solo lei conosceva i problemi che gli creava la sua bambina e senza batter ciglio si è infilata nell'edificio.
Ora si dà il caso che Villa 5 ospita un asilo privato per bimbi da 1 a 6 anni di età chiamato Microtane. Sarebbe interessante sapere se i genitori dei piccoli ospiti godono di un permesso speciale per accedere nel parco con la loro auto e quindi si è trattato solo di un eccesso di velocità oppure si tratta di persone che approfittano del fatto che il divieto di accesso nel parco non venga rispettato a causa dei controlli inesistenti.
Divieti di cui si è fatto un baffo anche il proprietario della 500 Fiat rossa parcheggiata per tutto il pomeriggio proprio sul passaggio pedonale di accesso al parco come si vede nella foto che segue.

Anche il proprietario della 500 sa che può farlo, perchè nessuno controlla.
CIVICA presenterà l'ennesima interrogazione e vedremo cosa ci risponderanno questa volta, se e quando le autorità troveranno il tempo per farlo.
Giovanni Lava

lunedì, ottobre 07, 2013

IL PROGETTO MANDELLI


La presentazione in commissione urbanistica.
Per chi si fosse persa la commissione urbanistica del mese scorso in cui è stato presentato il progetto sull'area ex Mandelli siamo ore in grado di pubblicare la presentazione dell'architetto Picco (ora è stata pubblicato anche sul sito del Comune), così chi ne ha voglia potrà prenderne visione. Per vederla cliccare qui.
Invece chi si fosse perso il commento del consigliere di CIVICA per Collegno può cliccare qui.

mercoledì, ottobre 02, 2013

INCENERITORE E DISINFORMAZIONE

Riceviamo e pubblichiamo video.
Termovalorizzatore o inceneritore? Parte già dal nome con cui lo si indica la disinformaione o la corretta informazione. L'incenerimento dei rifiuti è certamente una tecnica nuova per Torino, ma in via di estinzione nel resto dell'Europa. Quando poi il TGR Piemonte, che si sa brillare per la non puntualità e la superficialità con cui fa informazione, si occupa di inceneritore, il Comitato per i rifiuti zero non glie le manda a dire produce un video che rimette un po' d'ordine. Per vederlo cliccare qui.

sabato, settembre 28, 2013

MANDELLI IN CONFEZIONE REGALO

Il progetto esce dall'ombra ed approda in commissione.
Il copione da cinque anni a questa parte è sempre lo stesso. All'immobilismo cronico della Giunta Accossato.2 si cerca di porre rimedio affidandosi mani e piedi al privato di turno. Era già accaduto con il PR.INT del prof. Mellano per via De Amicis e con l'arch. Castelnovi per il Campo Volo. Questa è la volta dell'area ex Mandelli di proprietà della Nord Ovest Immobiliare. Martedì scorso il professionista della Nord Ovest Immobiliare, l'architetto Picco, ha illustrato il progetto di massima in commissione urbanistica. Un progetto che intende avvalersi della legge 106/2011, la stessa utilizzata per il palazzone Corazza di cui tanto si è discusso tra la fine del 2012 e l'inizio del 2013 (A Novembre è prevista la sentenza del TAR a seguito dei ricorsi presentati).
La subalternità dell'amministrazione, del pubblico al privato, plasticamente si è manifestata anche martedì attraverso la totale carta bianca lasciata dall'assessore all'urbanistica, nonchè sindaco, e dal suo dirigente all'architetto Picco, vero padrone di casa. L'amministrazione non ha tentato neppure di salvare le apparenze con uno straccio di introduzione.
L'area dell'ex Mandelli con quella della ex Protex ammonta a circa 45 mila mq, nel progetto è prevista edilizia residenziale per circa 20 mila mq di slp, con un indice territoriale dello 0,44 (definito dall'architetto come un indice "moderato") che porterebbero a Collegno secondo calcoli al ribasso altri 600 abitanti (anche mille secondo i nostri calcoli al rialzo). L'intervento edilizio di assoluta qualità - come ha sostenuto l'architetto - si svilupperebbe a ridosso di via Torino, lasciando ampie zone verdi verso via De Amicis. Sulla qualità è lecito avanzare qualche dubbio, vista la qualità sia urbanistica che dei manufatti negli interventi di una certa rilevanza avutisi sin qui a Collegno, dall'Area Centrale alla ex Elbi,  presentati ogni volta come interventi di grande qualità.
Sono previsti anche palazzi di dieci piani. Ma non si erano ridotti da 8 a 7 i piani autorizzati?
Unico elemento di qualche interesse estetico è dato dalla proposta di conservare una parte della struttura metallica dell'ex acciaieria lungo via De Amicis. Come consuetudine il progetto contiene i soliti specchietti per le allodole: un asilo nido, una residenza per anziani, un albergo e case di edilizia popolare, oltre ovviamente all'ennesimo centro commerciale. Quando e con quali risorse li si faranno non si dice. Dieci ...venti anni?
L'area è stata divisa in blocchi con l'intenzione annunciata di completarne uno alla volta. Ma ciò che ha fatto brillare gli occhi al sindaco è stata la promessa di un intervento immediato per radere al suolo gli edifici esistenti, al momento ricettacolo di ogni tipo di fauna, compresi individui di dubbia fama che hanno provocato più di un intervento delle forze dell'ordine e accese proteste da parte di cittadini residenti in zona.
Questo più di tutto interessa al nostro sindaco e alla sua scalcagnata maggioranza. Riuscire prima delle elezioni amministrative del prossimo anno a far vedere che sull'area Mandelli qualcosa comincia a muoversi dopo un decennio di immobilismo e degrado assoluto.
Quando poi l'architetto annuncia che le aree a servizi  troveranno solo in parte collocazione in loco e si provvederà a monetizzarle, il sindaco dichiara che provvederà ad accantonare il ricavato per il tanto annunciato prolungamento della metropolitana. Quale prospettiva più allettante?
Ecco perchè si accoglie come oro colato il progetto del privato e non si batte ciglio se sotto lo scudo della legge 106 si vuole far passare una vera e propria variante urbanistica. Rispetta la legge un'operazione di questa natura? L'interpretazione che ne ha dato la Regione parrebbe escludere un utilizzo del genere. Infatti la legge 106 è nata per risolvere casi puntuali di edifici dismessi e non per interventi di riordino e di riqualificazione urbanistica. La legge prevede solo la possibilità di presentare progetti edilizi per ottenere il permesso di costruire e non delle varianti al Piano regolatore.
Sono tanti i punti ancora da chiarire. Come è da verificare il grado di inquinamento del suolo, visto che stiamo parlando di una acciaieria e di una galvanica, che stranamente l'architetto Picco si era dimenticato di citare. Solo su domanda del sottoscritto ha riferito che si stanno facendo i primi rilievi dai quali risulterebbe che il grado di inquinamento non sarebbe poi così preoccupante. E' davvero così? Quali garanzie ci sono e quanta trasparenza? Vogliamo conoscere i dati dell'Arpa.
Patetico, infine, l'intervento del capogruppo del Pd Cavallone che ha avuto la spudoratezza di dire che il loro compito è quello di "risolvere i problemi e fare cose belle, fare cose belle e risolvere i problemi". Quali problemi hanno risolto sin qui e soprattutto dove stanno le cose belle realizzate? Attendesi elenco puntuale!!!
La posizione di CIVICA è chiara. Siamo tra i primi a volere che l'ex area Mandelli venga riqualificata, che si lavori sulle aree dismesse ed evitare ulteriore consumo di territorio verde,  ma non siamo affatto convinti che per riqualificare bisogna costruire ancora e sempre solo case ed accettare supinamente il progetto che ci dispensa l'operatore privato anche per le aree che non gli competono come quella definita di ricucitura. Il piano regolatore prevedeva per l'area Mandelli un parco della storia industriale con il recupero delle fonderie. Dov'è? Siamo fermamente contrari ad interventi di riqualificazione al di fuori di uno straccio di programmazione territoriale di tutto l'ambito di via De Amicis. Non siamo d'accordo con la politica del carciofo, ieri la Elbi, oggi la Mandelli, domani la Sandretto, senza un progetto di insieme della città che vogliamo. Siamo contrari ad una variante urbanistica al piano regolatore camuffata. L'amministrazione Accossato e la sua maggioranza hanno avuto dieci lunghi anni per provvedere al riordino di tutta l'area e non ci sono riusciti. Ora in zona Cesarini per salvare la faccia e occultare il loro fallimento totale sono disposti ad accettare di tutto e di più dal privato di turno, spacciandolo come una soluzione "bella" dei problemi esistenti.
Abbattere gli edifici degradati e ripulire l'area era ed è compito della proprietà, compito dell'amministrazione quello di farlo eseguire. Non è stato così. Sono entrambi inadempienti. E ora in cambio di tante nuove case lo si presenta come una grande conquista . Case, ancora sempre e solo case. Il resto è come sempre solo fuffa.
(Per chi fosse interessato questo non il primo progetto presentato dalla Nord Ovest Immobiliare. Molti anni fa aveva presentato un altro progetto, molto diverso dall'attuale. Anche allora si sosteneva fosse di gran qualità, certamente presentava molti più servizi).
Giovanni Lava

martedì, settembre 24, 2013

E IL TAVOLO CIVICO VA

Ripartire dal basso per costruire l'alternativa.
I civici ieri sera nell'incontro presso la Polisportiva Borgonuovo si sono trovati davanti ad un bivio: proseguire sulla strada seguita da Civica in questi cinque anni di vita continuando nel dialogo dal basso con i cittadini per costruire insieme un progetto diverso di città oppure raggiungere prioritariamente un accordo con le forze politiche che si dicono critiche nei confronti dell'amministrazione collegnese per costruire insieme un'alternativa credibile. Il Tavolo Civico ieri sera ha scelto di continuare sulla prima strada, perchè la seconda è apparsa al momento impraticabile.

L'idea da cui eravamo partiti nel maggio scorso in realtà era molto più ambiziosa. Basta leggere il post sul primo incontro per rendersene conto. Come Civica siamo restati fedeli a quell'idea, non è bastato che avessimo fatto un passo indietro per avviare un nuovo percorso, ci siamo scontrati con la richiesta di aderire subito ad un cartello che partisse non dai cittadini ma dai simboli di partito e dalle liste. Evidentemente non siamo stati sufficientemente bravi a convincere alcuni nostri interlocutori a mettere da parte per un momento i gruppi di provenienza per favorire il dialogo tra noi e con i cittadini, con l'obiettivo di costruire un progetto per la città  e un metodo di lavoro con regole condivise. Troppo ambizioso, troppo difficile, troppo innovativo.

A fronte di un gruppo di potere abbarbicato alle poltrone e che tanto danno ha fatto sin qui alla città, il quadro degli oppositori e dei dissenzienti ad oggi appare quanto mai sparpagliato, ognuno ad inseguire sogni improbabili di successo.

Come Civica riprendiamo il cammino solitario, pur restando disponibili al dialogo con chiunque si ponga seriamente sulla strada di un cambiamento non di pura facciata, dal Movimento 5 Stelle se riesce per un momento a distogliere lo sguardo dal proprio ombelico, a Sel se mentre insegue la rivoluzione a livello nazionale smettesse di puntellare la conservazione a livello locale, allo stesso Pd, se chi al suo interno non ne può più della situazione si schierasse seriamente per mandare a casa il cerchio magico che sgoverna la città da vent'anni. Il problema non sono le possibili alleanze, ma la possibilità concreta di partecipare attivamente ad un processo di rinnovamento della politica a Collegno, su cui a parole pare che tutti siano d'accordo, ma poi continuano sulla vecchia strada, così si capisce come mai a governare siano sempre gli stessi.


lunedì, settembre 23, 2013

APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA

Torna il Tavolo Civico...
Questa sera presso la Polisportiva Borgonuovo di Piazzale Avis alle ore 21 nuovo appuntamento del Tavolo Civico in preparazione delle elezioni amministrative del prossimo anno per cambiare la gestione della cosa pubblica a Collegno. Per capire di che si tratta rileggersi il post del primo incontro del 16 maggio scorso. Si tratta del terzo incontro, e già si può tentare di trarne un primo bilancio: proseguire su questa strada oppure abbandonarla? Questo il quesito da sciogliere.

Domani invece dopo mesi di silenzi, voci e controvoci alle ore 18 presso il Centro Centeleghe di via Gobetti 2 si riunisce la Commissione Urbanistica con all'ordine del giorno - udite, udite - “AREA EX MANDELLI: ILLUSTRAZIONE PROGETTO PRESENTATO AI SENSI DELLA LEGGE N. 106/2011”. Presentato a dicembre dello scorso dalla proprietà, finalmente dopo averlo ben bene masticato e digerito il progetto vede la luce. Un appuntamento da non perdere.

Giovedì 26 settembre alle ore 18,30 torna dopo giusto tre mesi di assenza pure il Consiglio Comunale. L'ordine del giorno.

giovedì, settembre 19, 2013

MOSTRA SULL'ACQUA

Utile ... umile ...preziosa e casta. 
Venerdì 20 Settembre 2013 alle ore 18 presso il Museo della Città Piazza Cav. SS. Annunziata, 7 c'è l'inaugurazione della mostra fotografica e che per due settimane potrete visitare negli orari indicati nella locandina. La mostra resterà aperta fino al 6 Ottobre 
Le foto sono tutte dei soci di Legambiente,  sono assemblate ed esposte con materiale semplice  e vi assicuro che vale  proprio la pena fare una passeggiata nel Parco dalla Chiesa e venire a vedere  la mostra !
Coinvolgete le vostre famiglie ed i vostri amici ! Vi aspettiamo! 
Se qualcuno di voi può aiutarci a coprire qualche  ora di apertura della mostra, è pregato di mettersi in contatto con me.
Grazie a tutti e a presto!
Nadia Vignale
CIRCOLO DI LEGAMBIENTE DI COLLEGNO

martedì, settembre 17, 2013

NASCE UN NUOVO GRUPPO POLITICO IN CONSIGLIO COMUNALE

Rinnoviamo Collegno.
Un nome che è già tutto un programma quello scelto dai tre consiglieri di Sinistra per Collegno. In origine la lista aveva eletto un solo consigliere, Mauro Grosso Ciponte e in sostanza Sinistra per Collegno si riconosceva nella forza politica che a Collegno poi avrebbe dato vita a Sel. A Sinistra per Collegno in seguito avevano aderito prima la consigliera eletta nelle fila del Pd Tiziana Sciarrino e poi la consigliera eletta nelle fila dell'Idv Maria Torre Criniti. Nel frattempo i rapporti tra i consiglieri di Sinistra per Collegno e la Sel collegnese si erano fatti sempre più critici fino a giungere ad una clamorosa rottura quando i primi erano arrivati a chiedere le dimissione dell'assessore di riferimento di Sel Tiziana Manzi. Una vera e propria bestemmia per i vertici del partito.
A questo punto pare sia sorta una disputa su chi potesse o meno fregiarsi del nome e del simbolo di Sinistra per Collegno, da qui la nascita del nuovo gruppo e del nuovo simbolo.
E' evidente che si tratta di un nome e di un simbolo che non solo risolve la disputa con i possessori del simbolo Sinistra per Collegno che peraltro i consiglieri di Rinnoviamo Collegno dichiarano di non conoscere, ma che verrà buono nelle elezioni amministrative del prossimo anno. E circa le intenzioni dei suoi aderenti non restano molti dubbi.

domenica, settembre 15, 2013

CASCINA GAJ INQUINA LA FALDA ACQUIFERA

I responsabili lo sanno da almeno dieci anni e non hanno mosso un dito.
Sono più di dieci anni, infatti, che la falda acquifera sotterranea è inquinata da manganese, ammoniaca e nichel contenuti nel percolato prodotto dall'ex discarica di Cascina Gaj. E sono dieci anni che il Comune di Collegno, il CIDIU, l'ARPA e la Provincia di Torino, nel silenzio più assoluto, si palleggiano il progetto di bonifica, senza però che ancora si sia provveduto per porvi rimedio.
Il balletto tra i soggetti citati a partire dal 2000 fino ad oggi, così come viene raccontato nella determina dirigenziale del luglio scorso che ha approvato l'ennesimo progetto di intervento, è a dir poco allucinante. Una lettura davvero "edificante" che la dice lunga sul grado di affidabilità dei soggetti a cui è affidata la tutela dell'ambiente e della salute pubblica.
Ci si chiede se non sussistano responsabilità anche di tipo penale, visto che l'inquinamento per le lungaggini burocratiche è ancora in atto, con conseguenze facili da immaginare. Siamo sicuri che non vi siano responsabilità nella progettazione della discarica e nella negligenza con la quale si tarda ad intervenire una volta che l'inquinamento è stato accertato?
La discarica di Cascina Gaj si trova sulla provinciale per Savonera, subito dopo la tangenziale. Autorizzata nel 1988 era esaurita già nel 1993. Si può supporre che l'inquinamento, emerso dai controlli avviati nell'anno 2000, fosse in corso già dall'inizio della sua entrata in funzione, per cui l'inquinamento è plausibile che vada avanti da più di 20 anni.
Proprietario e responsabile della discarica è il CIDIU, la società a capitale pubblico che ha continuato in questi anni a menare il can per l'aia. Oggi, sempre che a differenza che in passato il progetto vada in porto, il CIDIU dovrebbe spendere qualcosa come 600 mila euro per mettere in sicurezza il sito.
Mentre gli enti preposti perdono tempo, il percolato prodotto dalla discarica con il suo carico di manganese, ammoniaca e nichel giorno dopo giorno inquina le acque sotterranee e  gli inquinanti prima o poi finiscono nell'acqua che beviamo. Quanti bambini avranno il cervello danneggiato dal manganese? Quanti tumori in più avrà causato il nichel?
In ogni caso, se volete proprio arrabbiarvi di brutto come è accaduto al sottoscritto, se non lo avete fatto sopra, cliccate qui e leggete tutte tutta la determina del dirigente del Comune di Collegno. Sembra incredibile, ma purtroppo è vero.
Giovanni Lava

mercoledì, settembre 11, 2013

L'ITALIA OSTAGGIO DEI BERLUSCONIDI

Berlusconi fuori? Tanto ci credo, quando lo vedo.
Il malcapitato telespettatore che in queste sere si avventura su uno qualsiasi dei canali televisivi si imbatte immancabilmente in un berlusconide (non importa quale) che con la bava alla bocca aggredisce verbalmente lo sprovveduto e timido esponente del pd che ha di fronte. La tecnica è quella di impedire a chiunque di sostenere tesi contrarie alla permanenza di Berlusconi nel Senato della Repubblica interrompendo senza sosta e ripetendo come un mantra una delle parole chiave a favore della difesa del loro leader-padrone. Uno spettacolo sempre più penoso e inguardabile. La ripetizione coattiva all'infinito di una falsità arriva a trasformarla in una quasi verità.
Negli ultimi giorni l'obiettivo si è fissato sulla parola retroattività. La legge Severino sarebbe incostituzionale perchè violerebbe il principio della retroattività. Non sono nè un giurista nè un azzecacarbugli, ma quella della retroattività è una bufala talmente grande che la capisco pure io.
La molto tardiva legge Severino tra gli altri obiettivi aveva quello di rendere meno facile per un condannato di sedere in Parlamento. Cosa c'entri la retroattività non si capisce proprio. Non è il reato a far da riferimento, ma la condanna. Eppure ora si sono attaccati come delle cozze alla retroattività come ultima ciambella di salvataggio del signor B.
E a sostegno di questa tesi  è stata mobilitata tutta la macchina da guerra berlusconiana, sia quella alla luce del sole sia quella coperta, molto coperta che da vent'anni ha consentito di fare dello stato di diritto un inutile orpello. Lo scempio che si sta facendo non solo della legge ma di ogni norma morale richiederebbe un moto di ribellione profondo, ma la corruzione degli spiriti praticata a man bassa nell'ultimo ventennio, rende tutto difficile, così restiamo tutti a guardare come inebetiti.
Su un punto però Berlusconi ha ragione, quando sostiene che il Pd non può chiedergli di tenere in piedi il governo Letta, mentre dice che vuole gettarlo a mare. Non fa una grinza! Vedremo, io ci crederò che tutto il Pd voterà per la decadenza di Berlusconi solo il giorno dopo che ciò sarà avvenuto. I 101 che hanno affossato Prodi dove sono finiti? Qualcuno li ha identificati? Tutti quelli che continuano a sostenere la necessità imperativa di salvare il soldato Letta, cosa faranno?
In ogni caso Letta e i suoi sodali sono proprio patetici quando continuano a dirci che il bene del paese dipende dalla sopravvivenza di un governo ostaggio di Berlusconi, della Santanchè, di Verdini, di Brunetta e c. Ma fino a che punto si è persa la strada maestra? Oppure peggio: per certi soggetti la strada maestra è questa.
Giovanni Lava

mercoledì, settembre 11, 2013

SUBURBANA RIPARTE DA TRE

Tre film per ricominciare. Inizia stasera la nuova stagione di Suburbana, uno dei cineforum più antichi d'Italia! Siamo al 41 anno di vita. L'unica istituzione culturale di Collegno di valore. Sono 49 i  film di quest'anno, tutto a soli 55 euro tessera Arci compresa (45 euro per gli under 20 e 50 per gli under 25 e gli over 60).
Si parte con un film di Ken Loach (il film La parte degli angeli), domani sera sarà proiettato il film La miglior offerta di Giuseppe Tornatore, mentre Lunedì sera Il mundial dimenticato di Garzella e Macelloni. Il programma completo della stagione 2013/14 lo trovate cliccando qui.
Collegnesi, sveglia!!! Venite, guardate e iscrivetevi. Le proiezioni iniziano alle ore 21.

venerdì, settembre 06, 2013

LA CORTE DEI CONTI BACCHETTA IL COMUNE DI COLLEGNO

C'era una volta il bilancio più bello del mondo ...
per la Corte dei Conti invece le cose non vanno bene a partire dal Bilancio 2009, perchè l'amministrazione Accossato pur di farlo quadrare ha utilizzato entrate straordinarie per spese correnti. Ha utizzato entrate non ripetitive per milioni di euro per finanziare spese ripetitive. La chicca è poi rappresentata dai rilievi a proposito della TOP.
Nella delibera della Corte dei Conti, infatti, oltre ad evidenziare come i debiti della TOP possano aver influito negativamente sulla situazione finanziaria del Comune, si afferma (pagina 8): "Si può ritenere, pertanto, che non sussiste un obbligo per il Comune di assumere a carico del proprio bilancio i debiti societari rimasti insoddisfatti all'esito della procedura di liquidazione". Si dice anche che la scelta di coprire i debiti è del tutto discrezionale e va motivata, perchè con una decisione del genere il Comune decide di rinunziare "al limite legale della responsabilità patrimoniale per debiti".
Ora si comprende la fretta di stanziare in occasione dell'approvazione del bilancio 2013, avvenuta lo scorso giugno, altri 276.143 euro per coprire i debiti della TOP. Bisognava ad ogni costo scongiurare il rischio che gli amministratori della TOP nominati dall'Accossato per esclusivi "meriti" politici potessero essere chiamati a rispondere dei debiti accumulati dalla società con la loro gestione. La gravità di quanto è avvenuto è grandissima. Il consiglio comunale è stato tenuto all'oscuro dei rilievi della Corte dei Conti a cui l'amministrazione ha risposto il 1° marzo 2013 con una nota del sindaco e dei revisori dei conti, giustificazioni che non hanno convinto, tanto da arrivare alla delibera in questione. Non si è detta tutta la verità sullo stato reale del bilancio comunale e molti hanno mentito sulla TOP. Addirittura si è arrivati a sostenere la tesi che una società come la TOP non potesse fallire e il Comune fosse obbligato a coprire tutti i suoi debiti. E chi come il sottoscritto chiedeva di far fallire la TOP per lasciare decidere ad un organo terzo come un tribunale fallimentare è stato trattato come un provocatore che non aveva a cuore gli interessi della città. Ora sappiamo di quali interessi hanno tenuto conto loro, certamente non quelli dei contribuenti.
E' solo grazie al fatto che la Corte dei Conti ha indirizzayo la delibera anche al presidente del consiglio, quindi a tutto il consiglio, che obtorto collo ce ne hanno girato una copia il 7 di agosto.
Appena ricevuta la delibera, ho avanzato la richiesta di una commissione bilancio (protocollata il 13 di agosto) che provi a fare un po' di chiarezza. A tutt'oggi nessun segno di vita. Non ci resta che rivolgerci al destinatario della richiesta, il presidente della commissione bilancio Ciro Rosano, col classico: se ci sei batti un colpo!!!
Giovanni Lava

mercoledì, agosto 07, 2013

LAVORI D'AGOSTO A COLLEGNO

Un attentato per i ciechi. Si chiama sistema LOGES e si tratta di un sistema di percorsi e segnali tattili per una mobilità autonoma e sicura per non vedenti e ipovedenti. Ogni tanto a Collegno se ne costruisce un pezzetto. Un'azione benemerita, seppure simbolica, vista la limitatezza degli interventi. Questa volta la realizzazione, forse per il caldo di fine luglio/primi di agosto, è particolarmente efficace ma solo per smascherare i finti ciechi di cui ogni tanto sono piene le cronache. Infatti il percorso che nel sistema LOGES indica la direzione rettilinea da seguire porta dritto dritto nello spigolo dell'ingresso al parco Dalla Chiesa come si può meglio vedere nella foto sotto.
Sì, proprio così, quello che nell'intenzione avrebbe voluto facilitare ad un non vedente l'uscita dallo stretto ingresso del vecchio Ospedale Psichiatrico che dà sulla rotonda di via Martiri 30 Aprile, in realtà potrebbe essere utile solo a facilitare lo smascheramento dei finti ciechi che all'ultimo momento devierebbero verso l'uscita. I ciechi veri che si affidassero al percorso tattile non potrebbero che andare a sbattere proprio nello spigolo.
Sono cose che possono accadere solo a Collegno!

Una segnalazione che ci è giunta in questi giorni e che abbiamo verificato nella sua pericolosità è quella dell'attraversamento pedonale di corso Papa Giovanni angolo via Roma dalla parte del capolinea del 33. Il pedone o ciclista che voglia attraversare in direzione della Coop e dell'ufficio postale deve portarsi fino a metà della carreggiata perchè la visuale è coperta dai rami bassi degli alberi situati nell'aiuola spartitraffico in direzione Ovest. Ovviamente la stessa cosa capita alle auto che provengono dalla stessa direzione: non vedono un tubo soprattutto se devono svoltare in via Roma verso la ferrovia.
Anche qui ci si chiede ancora una volta come sia possibile che i vigili urbani che pura in quella zona operano soprattutto al sabato elevando multe alle auto parcheggiate fuori dagli spazi autorizzati non rilevano e segnalino a chi di dovere la situazione di pericolo appena descritta.
L'auspicio è che il Comune intervenga prima possibile, come è accaduto in via Martiri 30 Aprile, dopo che ne abbiamo scritto su questo blog sperando che non vandalizzino gli alberi in questione come hanno fatto in quel caso: vedere le foto per credere, sembra sia passato Attila!!!

 PRIMA....
...E DOPO LA CURA!
Giovanni Lava

martedì, luglio 30, 2013

DA "LO SPIFFERO": BERTONE, QUANDO GLI AFFARI FANNO ACQUA

Citato anche il nostro blog.
Una lunga e interessante inchiesta sul giornale on-line Lo Spiffero inerente gli affari di Alberto Bertone, padrone dell'acqua minerale Sant'Anna e costruttore. A Collegno ha costruito il palazzo degli Atlanti in corso Francia angolo via Fabbrichetta ed è uno degli immobiliaristi di via De Amicis che aveva aderito al PRIN della buonanima di Mellano. Un'inchiesta tutta da leggere.

lunedì, luglio 29, 2013

PRESIDIO CONTRO L'INCENERITORE

Appuntamento mercoledì 31 luglio.
Dopo l'avvio dell'inceneritore del Gerbido sempre più persone ci contattano preoccupate per capire che cosa sta uscendo da quel camino piantato a due passi dalle case (ma soprattutto sopra la teste di centinaia di migliaia di persone). Il 2 maggio c'è stato un primo incidente grave provocato dal fatto che l'impianto non è terminato, ma è stato avviato lo stesso in fretta e furia per non perdere gli incentivi statali. Su questo incidente sta indagando la magistratura, di sicuro però sappiamo che ci sono state parecchie violazioni dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA, il documento della provincia che prescrive le condizioni nelle quale deve operare l'inceneritore per la sicurezza dei cittadini) e che la provincia ha emesso una diffida nei confronti di TRM. Sappiamo anche che all'inizio di luglio, dopo il riavvio del forno, c'è stata un'altra anomalia che ha di nuovo bloccato tutto.
Di fronte al silenzio delle amministrazioni e dei media su questi fatti gravissimi, il Coordinamento No Inceneritore Rifiuti Zero Torino, convoca tutti i cittadini che abbiano a cuore la propria salute e quella dei propri figli per un 
PRESIDIO CONTRO L'INCENERITORE DI TORINO
MERCOLEDI' 31 LUGLIO ALLE ORE 16,00 DAVANTI ALLA SEDE DELLA PROVINCIA DI TORINO
IN VIA MARIA VITTORIA, 12 TORINO
Alle 12.00 in Sala delle Colonne a Torino in Piazza Palazzo di Città 1, ROSSANO ERCOLINI, Premio Goldman per l'Ambiente 2013 (equivalente ad un Nobel) e promotore della Strategia Rifiuti Zero in Italia, farà una CONFERENZA STAMPA.
Verso le 18.00, dopo il presidio ci trasferiremo in piazza Castello con I NOSTRI COMPAGNI DI LOTTA DI PARMA E FIRENZE (purtroppo accumunate a Torino per la sciagurata decisione di avviare un CANCROVALORIZZATORE) per una conferenza dibattito di ROSSANO ERCOLINI che ci parlerà delle Stalingrado d'Italia Torino, Parma e Firenze dove resistono ancora amministrazioni che ancora pensano di risolvere il problema dei rifiuti avvelenando la gente.
A cura del Coordinamento No Inceneritore Rifiuti Zero Torino

lunedì, luglio 01, 2013

UNA PATACCA COSTATA PIU' DI UN MILIONE DI EURO

 La TOP affogata in una marea di debiti e finzioni.
L'approvazione stanca e burocratica giovedì scorso del bilancio comunale 2013  ha avuto nella TOP il solo momento davvero "caldo".
Quella della TOP è una storia esemplare di cattiva amministrazione e di sperpero di denaro pubblico. Una storia finita formalmente due anni fa con la sua messa in liquidazione, ma che ha avuto uno strascico nella seduta di bilancio di giovedì scorso per l'ennesima copertura dei suoi innumerevoli debiti: il Consiglio Comunale (la sua maggioranza Pd, IdV e Sinistra per Collegno)) ha staccato un altro assegno da 276.143 euro.
Qualcuno l'ha definita una bella idea gestita male e finita peggio. In realtà, carta canta, si trattava di una bufala già quando fu deliberata la sua nascita il 1/3/1999 e quando tre anni dopo vide la luce il 29 maggio 2002. A scorrere i documenti, risalta l'assoluta distanza tra i grandiosi obiettivi assegnati alla società - agli inizi addirittura una Spa - e la realtà dei fatti.
Nei compiti della TOP vi era la realizzazione del nuovo PIP (Piano degli insediamenti produttivi) lungo la Statale 24. Peccato che quando la società vide la luce, il Pip era già stato realizzato. Così la sua ragione sociale si ridusse alla gestione dell'area del Pip con la riscossione degli affitti degli immobili comunali e poco più, una sorta di amministratore di condominio. Un amministratore di condominio costato molto caro alla collettività.
Il primo presidente della Top, Claudio Milanesio, dopo due anni getta la spugna, dichiarando impossibile una gestione positiva della società e lasciando il testimone nelle mani di Francesco Casciano, che ha appena smesso i panni da assessore della giunta D'Ottavio.
La TOP svolge in allegria il ruolo che in quegli anni veniva assegnato alle partecipate municipali da partiti politici sempre più famelici. Un vero e proprio assalto alla diligenza dello Stato che ha prodotto la crescita tumultuosa del debito pubblico. Le partecipate consentono di ampliare all'infinito la pletora dei politici da sistemare e danno poi la possibilità di praticare azioni discrezionali non consentite direttamente all'ente pubblico.
Per esempio nel nostro caso capita che insieme a Casciano, politico senza più la poltrona di assessore mantenuta per 10 anni, diventi amministratore anche il signor Michele Zaffino, il quale nello stesso momento occupa anche la poltrona di amministratore della cooperativa S&T, di cui è presidente Alberta Pasquero, che vanta una lunga militanza nei Ds-Pd ed è una fedelissima della Bresso, quando questa era presidente della Regione.
Con un piede nella TOP e l'altro nella S&T Michele Zaffino concorre alla decisione di far dare dalla TOP una consulenza alla S&T. La consulenza inizia nel 2005 e dura fino alla messa in liquidazione della società nel 2011, una consulenza che parte da 2500 euro e arriva a superare i 4 mila euro mensili.
Intanto la TOP, che nel frattempo è diventata una Srl con solo capitale pubblico (90% Comune di Collegno e 10% del Cidiu), opera come società privata, così può affidare i lavori commissionati dal Comune a chi gli pare. E se li affida ad amici del sindaco, lo fa certamente a sua insaputa. E può anche assumere chi vuole. Così se la moglie di un consigliere comunale viene assunta, lo viene certamente all'insaputa del marito.
Se poi la TOP da un incarico all'avvocato che casualmente in quel momento si trova a svolgere la mansione di amministratore della stessa TOP, questo avviene a sua insaputa. Piccoli fatti che concorrono ad una gestione che produce debiti invece che profitti.
Quando poi col passare degli anni gli affittuari non pagano più, le spese crescono e manca un piano industriale o l'affidamento di lavori che non siano quelli dati dal Comune stesso, il quadro economico della società si fa sempre più nero.
Nel maggio 2011, quando la società è già alla canna del gas, l'Accossato decide di correre in soccorso con due contratti, uno per la manutenzione degli edifici comunali e l'altro per le aree verdi, prolungandone così l'agonia e il conseguente aumento del deficit. In sostanza i lavori che il Comune potrebbe affidare ai privati direttamente con le normali procedure di legge, li affida in blocco alla TOP che, non avendo dipendenti in numero adeguato e professionalmente preparati a soddisfare le richieste di intervento, li affida a sua a volta ai privati. Tutto può essere la triangolazione Comune-TOP-privati tranne che rappresentare un risparmio per i cittadini.
Al bilancio negativo concorrono le spese di rappresentanza e il conto di pranzi e cene consumati dagli amministratori a spese della società. O l'acquisto di mezzi che oggi vengono svenduti all'asta a soli 5 mila euro E non crea scandalo se ad un certo punto nel corso dei sei anni di Casciano alla guida della TOP, questi venga eletto coordinatore del Pd, il partito del sindaco che lo ha nominato e rinnovato la nomina alla guida della Top. Un'altra triangolazione di cui si sarebbe fatto tutti volentieri a meno. Il sindaco nel 2010 visti i successi mietuti in questo incarico dal Nostro lo promuove alla guida del Cidiu.
In definitiva  da quando  sul finire del 2011 improvvisamente il sindaco decise di chiudere la TOP, il Comune oltre a rimetterci i 100 mila euro di capitale sociale, ha sborsato 255 mila euro lo scorso anno, 276 mila di questo, rimesso i 150 mila euro prestati nel 2009... Secondo la liquidatrice dovrebbero bastare a chiudere la partita, a condizione però che i creditori si accontentino di incassare solo il 50% o poco più di quanto dovuto dalla TOP e se i debitori a loro volta saldano i conti in sospeso. Se non sarà così, e noi scommettiamo che così non sarà, le perdite complessive da ripianare supererebbe ampiamente il milione di euro. Intanto gli 11 dipendenti, 10 a tempo determinato, nonostante la retorica e le promesse della difesa dei posti di lavoro, sono già stati tutti liquidati e lasciati a casa.
Come CIVICA abbiamo votato contro la delibera e la fretta del sindaco, dei funzionari, della liquidatrice di chiudere la partita. Noi avremmo preferito che il curatore fallimentare fosse nominato da un tribunale e non da chi ha tutto l'interesse a che sulla vicenda scenda il silenzio prima possibile. Politici e tecnici in coro hanno sostenuto che l'interesse pubblico è meglio tutelato se si chiude la vicenda in tempi brevi. Noi siamo convinti che non sempre e non in questo caso l'interesse dell'amministrazione della città coincide con gli interessi dei cittadini.
Giovanni Lava