martedì, marzo 04, 2014

PALAZZO VIA ANTONELLI, LA SISTEMI RICORRE AL CONSIGLIO DI STATO

Non c'è pace per il palazzone di 12 piani.
Poco più di un anno fa, il 17 gennaio 2013, il Consiglio Comunale approvava la delibera con le deroghe richieste per consentire alla proprietà Metropolis di completare il palazzo di via Antonelli 12 trasformandone la destinazione da terziario a residenziale. Si trattava della prima applicazione a Collegno della legge 106/11 e ci si arrivava dopo due passaggi in Consiglio andati a vuoto nei quali l'amministrazione aveva fatto di tutto per consentirne la trasformazione considerando come interesse pubblico la pura e semplice riqualificazione urbana ottenuta con il completamento dell'edificio. La caparbia opposizione di consiglieri di minoranza e parte di quelli di maggioranza consentirono di rimpolpare l'interesse pubblico con la destinazione a edilizia convenzionata e ad affitti calmierati un congruo numero di alloggi.
La cosa non fu ben accetta dalla proprietà Metropolis che fece ricorso al Tar. Ma a far ricorso al Tar si unì anche la società Sistemi che possiede una palazzina attigua al palazzone, che da quella concessione si sentiva danneggiata. Nello scorso novembre il Tar emise una sentenza che respingeva entrambi i ricorsi e dava ragione al consiglio Comunale.
Ora la Sistemi, non soddisfatta da quella sentenza, fa ricorso al Consiglio di Stato. Ritiene che il giudice del Tar non abbia valutato bene i danni che la delibera del Consiglio Comunale ha arrecato ai suoi interessi. La tesi della Sistemi è che la delibera ha violato le norme urbanistiche precedenti consentendo la trasformazione da terziario a residenziale e così facendo le ha arrecato un danno, in quanto a suo tempo, quando aveva deciso di localizzarsi in via Antonelli lo aveva fatto in considerazione del fatto che si trattasse di un'area ad esclusiva vocazione terziaria. Quindi non è vero a suo dire che non ci sarebbe un suo legittimo interesse a far ricorso come ha sostenuto nella sua sentenza il Tar.
La telenovela continua.
Giovanni Lava