martedì, aprile 09, 2013

Il palazzone di via Antonelli senza pace

Contro il Comune ricorso al Tar anche da parte della Sistemi
Incredibile, ma vero. Non bastava il ricorso di Metropolis, ora il sindaco si trova alle prese con un secondo ricorso al Tar, presentato questa volta dalla Sistemi. Ricorso con il quale si chiede l'annullamento previa sospensione della delibera approvata il 17 gennaio scorso dal consiglio comunale.

La delibera con la quale dopo un percorso molto accidentato sono state approvate una serie di deroghe alle norme del piano regolatore, a partire dall'altezza, per consentire il completamento dell'edificio, trasformando da terziario a residenziale 10 dei 14 piani esistenti.
La Sistemi ricorre al Tar perchè si ritiene lesa nei suoi diritti. Infatti la società - va ricordato che circa due anni fa per consentire la realizzazione di un suo edificio fu approvata un'apposita variante urbanistica con una deroga dell'altezza-  ha la sua sede operativa proprio di fianco al "palazzaccio". Il fabbricato della Sistemi fu faceva parte dello stesso piano esecutivo convenzionato (Pec) del grattacielo di Metropolis. Secondo la Sistemi la trasformazione dell'edificio di Metropolis da terziario a residenziale "determinerebbe notevoli difficoltà all'attività svolta dalla società ricorrente".
Sia l'edificio occupato dalla Sistemi di 4 piani che quello di Metropolis di 14 facevano parte del lotto C del Pec entrambi destinati ad uso terziario.
Ma il ricorso si fa estremamente interessante laddove, per difendere i propri diritti, la Sistemi argomenta che la deroga concessa a Metropolis di fatto arreca pregiudizio ai valori urbanistici della zona e quindi all'interesse pubblico. La legge infatti ammette la modifica della destinazione d'uso di un area, "purchè si tratti di destinazioni tra loro compatibili o complementari". La Sistemi ritiene che non solo l'amministrazione comunale non ha tenuto nel giusto conto la situazione urbanistica esistente, ma neppure gli interessi di soggetti terzi. Si contesta l'assenza di un interesse pubblico tale da giustificare le deroghe, concesse disattendendo le Norme tecniche di attuazione del piano regolatore, in particolare quelle che fissano in sette piani l'altezza massima degli edifici.
Nel ricorso si demolisce anche quello che viene presentato, un semplice escamotage, come interesse pubblico: l'edilizia convenzionata e gli alloggi in affitto chiesti dal Comune a Metropolis. Un modo per giustificare un atto illegittimo nella sostanza, tanto più illegittimo in quanto si concede la deroga in nome di una convenzione di là da venire, convenzione che dovrebbe precedere e non seguire la deroga.
Dice la Sistemi: acquistammo il fabbricato nell'ambito di una precisa destinazione d'uso che ora viene stravolta, modificando le nostre legittime aspettative circa la destinazione urbanistica dell'area.
Alla luce delle contestazione, che a naso, non sembrano del tutto destituite di fondamento, appare ancora più evidente il comportamento da dilettanti allo sbaraglio dell'amministrazione su tutta la vicenda, pareri legali compresi. La pratica Metropolis si dimostra sempre più un vero e proprio capolavoro amministrativo. E dopo Metropolis anche Sistemi chiede i danni al Comune. Al Tar l'ardua sentenza.
Giovanni Lava