mercoledì, ottobre 12, 2011

A che punto sono i lavori sulla Dora

La struttura in ferro pronta per essere messa a cavallo della Dora
Il ponte delle mie brame
Ieri 11 ottobre 2011 è stato il grande giorno. Forse. Il giorno in cui le due campate in metallo, ognuna lunga 80 metri, larga 5, alta 4 e dal peso di 600 tonnellate, che sostengono il ponte sulla Dora sono state collocate a cavallo del fiume. 

Il forse è dovuto al fatto che la moltitudine di autorità e di giornalisti schierata intorno a mezzogiorno sulla sponda destra della Dora per assistere al grande evento è dovuta tornare a casa delusa in quanto - a detta dei tecnici - si sarebbe dovuto aspettare ancora una buona ora. E le autorità si sa hanno calendari sempre molto fitti di appuntamenti e certo non possono attendere delle ore a osservare un cantiere come dei pensionati qualunque. Quindi il forse ci sta, ma se non è stato ieri, poco importa, ormai il più è fatto, tanto che i responsabili del cantiere si sono spinti fino a fare una previsione per l'inaugurazione: aprile 2012. Per un'opera - come hanno affermato il sindaco Accossato e il suo predecessore D'Ottavio - che si aspetta da 40 anni un mese in più o in meno a questo punto non fa molta differenza. Stranamente mancavano questa volta gli ex sindaci Miglietti e Manzi, mentre era presente giustamente il presidente Saitta, dato che la Provincia ha finanziato per metà l'opera che è costata 12,5 milioni di euro. Era stata convocata per l'occasione anche la 5a Commissione consiliare, ma è stato subito evidente che l'appuntamento era stato organizzato in funzione della stampa e delle Tv, uno di quei momenti che tanto piacciono ai nostri politici per mettersi in mostra e per far sapere all'universo mondo quanto sono bravi ed efficienti.

Se non altro per tener fede al mio ruolo di oppositore a tutto tondo, ho provato a scalfire questa gioiosa giornata di festa ponendo un paio di domande. La prima chiedendo come pensano di risolvere il problema della continuità della pista ciclopedonale che costeggia il viale Certosa. Il sindaco ha risposto che hanno deciso di fare un sottopassso - costo 115 mila euro - e nell'occasione ha chiesto al presidente Saitta di acconsentire a fare una variante in corso d'opera affinchè l'opera venga realizzata dalla stessa impresa che sta costruendo il ponte, in modo da avere una contestualità nella realizzazione. Ho poi chiesto come mai non avessero pensato a costruire sulla nuova strada e sul ponte una pista ciclabile che permettesse di superare in sicurezza la Dora per raggiungere la zona dei supermercati, del Pip e che si collegasse alla pista già esistente dall'altra parte che conduce alla Reggia di Venaria e alla Mandria. Hanno tirato in ballo di nuovo il mancato consenso dell'Asl, in quanto in un primo progetto una pista ciclabile era stata prevista al centro delle due corsie (chissà perchè poi al centro? Boh) e poi l'ingegnere (forse) che faceva da cicerone ha sostenuto che una pista ciclabile, che attraversa il parco della Dora e che per mezzo del ponte di Pesce porta dall'altra parte, esiste già. C'è un piccolo quiproquo, che quella più che una pista è una mulattiera, tanto che non la usa nessuno, e poi questo professionista si vede che è fermo culturalmente  all'idea antidiluviana delle piste ciclabili non per raggiungere il luogo di lavoro, i negozi, la scuola, ecc, ma come piste per i ciclisti della domenica che vanno a zonzo ad acchiappare farfalle! Come raccontato tempo fa ciò che non si è voluto fare a Collegno, lo stanno invece facendo ad Alba con un ponte sul Tanaro di 120 metri. Il consigliere Martina, che all'epoca del progetto era assessore ai lavori pubblici, racconta un'altra storia. Dice che le piste sul ponte furono cancellate perchè fu stornato dal progetto un milione di euro per accontentare l'allora assessore Pesce che volle assolutamente il ponte di legno, un'opera praticamente inutile e inutilizzata.
L'ultima questione affrontata è stata quella su che cosa accadrà ai flussi di traffico nel momento in cui il ponte e la nuova arteria sarà aperta. L'ottimismo che trasudava ieri a piene mani dalle autorità sarà tutto da verificare. Sarà poi vero che i benefici saranno superiori ai problemi che porterà? Io qualche dubbio lo nutro. Vorrò proprio vedere se il flusso ininterrotto di auto che al mattino (e alla sera in senso opposto) da Rivoli (corso Susa, quindi Rosta, Buttigliera), Alpignano, Pianezza attraverso strada Antica di Rivoli e quello che attraversa il vecchio ponte della Dora e che invadono Collegno in direzione Torino davvero prenderà la strada del nuovo ponte come si spera. Che cosa poi accadrà su viale Certosa e nelle vie verso Grugliasco, è facile da immaginare.
Giovanni Lava