lunedì, giugno 20, 2011

Gli indici territoriali

La Spina 3 a Torino
Via De Amicis come la Spina 3
Chi volesse avere una vaga di idea di ciò che attende il comparto di via De Amicis vada a vedere quanto accaduto sulla Spina 3 di Torino.
L'indice territoriale previsto a Collegno è lo stesso della Spina 3 e cioè lo 0,60 mq su mq, che in soldoni vuol dire una copertura edilizia del territorio del sessanta per cento
Ma discutere di indici territoriali senza avere chiaro un progetto di che cosa serve alla città è  mettere il carro davanti ai buoi. Il buon padre di famiglia decide quanto deve essere grande la casa che vuole costruire in base al numero dei componenti della famiglia, alle proprie esigenze professionali e di comodità, ai capitali che dispone, ecc. Qui invece si stabilisce prima quanto suolo deve essere coperto, poi che cosa costruire e per chi. Al momento si disquisisce solo in base al punto di vista e agli interessi dei proprietari delle aree e dei costruttori, senza uno straccio di idea del che cosa costruire e per chi. Per esempio quanta residenza per quanti abitanti. L'amministrazione sostiene che il 50% del costruito sarà destinato a residenziale (ma già si parla del 60%) e che si costruiranno alloggi per 2500 persone. Stime un po' più attendibili parlano di almeno 5000. Ma poco importa, se non si ha un'idea  della domanda di abitazioni a cui si intende dare una risposta: si tratta di una domanda di case di lusso? di case popolari e a buon mercato? A chi serviranno le case, visto che si fa fatica a vendere quelle già costruite? Si dice che il 25% per cento del costruito deve essere destinato a terziario: quale terziario? Avanzato, arretrato? Boh! E i servizi pubblici per tutti questi nuovi abitanti o per quelli che già abitano in borgata Paradiso e lamentano proprio la carenza di servizi? Domande senza risposta. Un'altra curiosità: a occhio e croce l'area occupata dalle fabbriche che potrebbero ricollocarsi a Collegno sta parecchio al di sotto dei 200 mila metri quadrati. Perchè allora già si prevedono più di 500 mila metri quadrati di aree agricole da sacrificare per accoglierle? Che relazione c'è? Perchè le idee suggerite dal Piano regolatore generale vegono tanto platealmente disattese e ignorate? Per esempio che fine ha fatto il progetto di trasformare le ex acciaierie Mandelli in parco della storia industriale con il recupero di parte delle fonderie in "attività di servizio comune alle imprese e alla cooperazione sociale, un centro fieristico, alcuni show room e attività di servizio per il tempo libero, attività comemrciali"? O via De Amicis che "si trasforma in viale alberato attrezzato con pista ciclabile"? Chiedere di capire, prima di definire indici o strumenti di trasformazione, di "vedere" un progetto che definisca la trasformazione definitiva dell'intero comparto è il minimo che si possa pretendere.
Giovanni Lava
del totale.