domenica, gennaio 16, 2011

Il caso Fiat

Doppia vittoria o doppia sconfitta?
Il risultato del referendum Fiat che spacca gli operai in due come una mela (54 % SI, 46 % NO), se si esclude il voto di impiegati e quadri, si presta ad essere interpretato da tutti i contendenti come una vittoria. Hanno vinto i sindacati che hanno firmato l'accordo, ma non ha perso, quindi ha vinto, anche la Fiom, che il contratto non lo ha firmato. Possono essere tutti felici e contenti.

Marchionne che aveva chiesto il 51 % per investire, potrà essere soddisfatto e procedere con il suo piano di ristrutturazione. Chi temeva che la vittoria del NO rappresentasse la fine della Fiat a Torino può tirare un sospiro di sollievo. Chi come la Fiom in quell'accordo ha visto invece la fine dei diritti dentro e fuori della fabbrica potrà rivendicare il fatto che gli operai nonostante il ricatto e al di là delle fredde percentuali del voto stanno dalla sua parte, senza neppure dover portare il peso del minacciato mancato investimento. Un risultato perfetto per tutti. Una storia tipicamente italiana, dove nessuno mai è sconfitto davvero e fino in fondo, dove tutti hanno qualche motivo per perseverare nella politica e nelle scelte fatte in precedenza. A mio parere l'unico fatto positivo sta nella scelta degli operari di andare a votare in massa nonostante le pressioni pazzesche a cui sono stati sottoposti, hanno dato un bellissimo esempio di democrazia e di orgoglio politico e sociale. Ma per gli avvoltoi che hanno girato sulle loro teste per giorni e settimane c'è poco da festeggiare, come ha poco di che festeggiare il governo, i partiti e gli stessi sindacati o la città di Torino. Non so se ha da festeggiare per davvero lo stesso Marchionne. Il timore che a perdere ancora una volta sia stata l'Italia da qualsiasi punto di vista ci si voglia collocare.
g.l.