martedì, marzo 26, 2013

Riceviamo e pubblichiamo


Una democrazia eterodiretta?
 Caro Lava ,
dopo il risultato elettorale , che ha visto la netta affermazione del M5S ,  a livello nazionale , ma anche a livello collegnese ,noto un certo compiacimento per il risultato elettorale , che francamente non condivido.
Leggo nelle tue parole quasi una logica del tanto peggio , tanto meglio e per molti versi acritica verso ciò che esso rappresenta.
Tralascio l’ evidente questione di aver consegnato questo Paese all’ ingovernabilità , questa frutto anche di una irresponsabile legge elettorale , che non si è voluto cambiare e  causa anch’essa del voto di protesta.
Quello che invece mi preme sottolineare è il concetto di democrazia che il M5S vuole rappresentare , attraverso l'uso della rete; una forma di democrazia diretta. Ma si dovrebbe sapere che la democrazia diretta come regola è solo la via per il plebiscito, ovvero verso forme di governo autoritario,non pluralista.
Come sostiene Zagrebelsky , “ L'idea della sovranità del singolo, il quale versa la sua voce nel calderone informatico, è un'ingenuità, un inganno. Su questo punto, il movimento di Grillo dovrebbe essere incalzato, si dovrebbe chiedere loro di  spiegare che cosa è una forza politica basata sulla rete: democrazia diretta, sì; ma diretta da chi? La rete informatica può facilmente essere una rete nelle mani di uno o di pochissimi. Il controllo dall'alto, a onta dei bagni di folla , si prospetta come un algido collegamento - nemmeno definibile rapporto - telematico". Siamo di fronte a una democrazia eterodiretta?
La logica parlamentare e della democrazia rappresentativa consiste nel dialogo e nel compromesso.  Con una presenza di  oltre centocinquanta deputati diretti dal web  piantata in Parlamento, che ne è di questa logica? . Che cosa sta avvenendo in presenza d'un gruppo così consistente che, per statuto, deve operare irrigidito dalla posizione che è in rete? Sarà ridotto all'impotenza, o ridurrà all'impotenza le istituzioni e infine il nostro stesso Stato Repubblicano ?
Queste sono le domande che ogni sincero democratico si deve porre e deve porre al  M5S , ai suoi eletti ed elettori, altro che compiacersi di una possibile …occasione per imboccare una strada che sovvertendo l'ordine costituito abbia qualche speranza di successo” .
Nella situazione economica e sociale in cui ci troviamo non esistono i presupposti per percorrere le strade di un utopico nuovo ordine economico e sociale , che finirebbe per ricadere in maniera ancora più violenta proprio sui più indifesi e i più emarginati.
Certamente commette un grossolano errore chi pensa di risolvere il problema della governabilità rincorrendo qualche novello scilipoti a 5 stelle, che, sia questo sistema elettorale , sia il leaderismo di Grillo rende privo di ogni rappresentatività.
La governabilità va ricercata attraverso il consenso nel Paese , non attraverso pasticciate soluzioni parlamentari.
I partiti , tutti,  devono prendere atto che vi è una fortissima domanda di cambiamento, che viene dai cittadini.
Domanda  che , seppure denunciata a voce alta dagli stessi cittadini , in molte occasioni , attraverso sia Associazioni  quali Libertà e Giustizia , sia manifestazioni pubbliche ,non è stata udita da partiti, anche se non manca  chi pensa di avere buone orecchie avendole poste , novella guida indiana ,   a terra.   
Cambiamento non formale , ma sostanziale ,   a partire dal come essere in politica , sia a livello individuale , sia a livello di organizzazione politica, con quale approccio etico , con quale rispetto delle leggi , con quali valori di democrazia e di partecipazione dei cittadini, con quali regole, e a quali  livelli.
Il peggior errore che la politica può commettere sarebbe quello di dare risposte a questa domanda in modo opportunistico e superficiale.
La politica, ma anche tutta la società ,  deve comprendere che siamo arrivati a un capolinea e che o riacquistiamo il rapporto , la fiducia e la credibilità reciproca  oppure non saremo  più una democrazia.
Il risultato elettorale del M5S , non rappresenta la vittoria di una qualche palingenesi economico-sociale , di qualche nuovo modello di sviluppo più o meno felice, ma rappresenta una domanda reale di cambiamento della politica e di chi la rappresenta .Una domanda di politica vera , non di antipolitica .
 Saluti
 Valter Morizio