lunedì, marzo 14, 2011

Approvato il Piano di azione per l'energia sostenibile

Impianto fotovoltaico
Cifre farlocche per un impegno serio per l'ambiente
Nel corso dell'ultimo consiglio comunale è stato approvato il Piano di azione per l'energia sostenibile (Paes) per la città di Collegno. Il piano nasce da un impegno preso un anno fa con l'adesione al cosiddetto Patto dei sindaci. Si tratta dell'impegno ad andare oltre gli obiettivi fissati dall’Unione Europea al 2020 con una riduzione delle emissioni di CO2 e dei consumi energetici nelle rispettive città di almeno il 20% e con un incremento nello stesso periodo di un 20% della produzione di energia da fonti rinnovabili.
L'impegno dell'amministrazione a presentare un piano di azione entro un anno è stato mantenuto, ma per inciso va segnalato il fatto che dal dibattito è apparso lampante il fatto che la stragrande maggioranza dei consiglieri sia di maggioranza che di opposizione non hanno prestato molta attenzione al Paes e ai suoi contenuti. Eppure quel documento andrebbe studiato a fondo, non fosse altro che per il fatto che in esso sono contenute le linee di sviluppo della Collegno dei prossimi dieci anni e oltre. Nella premessa infatti sono indicati tutti i dati e tutti gli impegni che questa amministrazione e questa maggioranza intendono portare avanti, dalla variante di via De Amicis (una superficie di trasformazione di 816 mila mq per una superficie lorda di pavimento pari a 408 mila mq ) al nuovo Piano degli insediamenti produttivi ( una superficie di 512 mila mq), dalla nuova mega piscina al nuovo municipio ...
Da una prima analisi del documento, redatto sotto la regia della Provincia di Torino e con la consulenza della società milanese Ambiente Italia, sono molti gli aspetti che non convincono. In consiglio comunale il sottoscritto ha già avanzato tutte le perplessità di CIVICA circa l'attendibilità delle cifre indicate dal Paes e sulla serietà degli obiettivi che ne derivano. La prima critica nasce dal fatto che un piano del genere avrebbe avuto bisogno di un coinvolgimento a monte sia dei consiglieri comunali sia della città, soprattutto dei soggetti più coinvolti dagli obiettivi indicati. Invece il piano è calato dall'alto, confezionato e infiocchettato, ed è stato illustrato solo una settimana prima del consiglio comunale che lo doveva approvare. Il testo definitivo è stato consegnato addirittura solo il giorno prima del Consiglio. I punti deboli del piano stanno soprattutto nella scelta della cosiddetta baseline, cioè l'anno da cui partire per conteggiare la riduzione del 20% di CO2 entro il 2020. Dai dati forniti dal piano risulterebbe che le emissioni sono aumentate fino al 2005, anno in cui è iniziato un calo. Ebbene dal 2005 al 2008, ultimo anno di cui si conoscono i dati, le emissioni si sarebbero già ridotte di un 12,3%, per cui dal 2008 al 2020 per centrare l'obiettivo basta che si riducano di poco più del 7%, senza contare che grazie alla crisi negli anni 2009 e 2010 sicuramente le emissioni si sono ridotte da sè. Quindi tutte le azioni proposte dall'amministrazione da qui in avanti dovrebbero produre poco o niente per centrare l'obiettivo. Va detto che di un calo tanto significativo in Italia non vi è traccia nello stesso periodo. La media nazionale pare assestarsi intorno ad un calo del 3,5%. Si vede che Collegno fa eccezione! Ma prendendo per buoni i dati forniti, anche quel poco che si dovrebbe fare da qui al 2020, lo si farebbe in base a cifre scarsamente attendibili. Infatti l'azione più rilevante del piano è rappresentata dalla previsione di riqualificazione energetica del parco edilizio privato che consentirebbe di ottenere da una parte la riduzione del fabbisogno energetico e dall'altra la riduzione delle emissioni di CO2. Questa azione da sola varrebbe il 50% del raggiungimento dell'obiettivo indicato. Ebbene la previsione del piano è che entro il 2020 venga ristrutturato ben il 60% degli edifici residenziali con l'adeguamento energetico previsto dal regolamento edilizio comunale. Si dovrebbero ridurre i consumi energetici di 152.564 MWh e le emissioni di 31.909 tonnellate. Se si tiene conto che il patrimonio edilizio privato ammonta a 2 milioni di mq, in dieci anni si dovrebbe ristrutturare qualcosa come un milione e 200 mila mq. Un obiettivo credibile? Assolutamente no se si guarda a quanto accaduto negli ultimi due anni: nel 2009 se ne sono ristrutturati 15 mila mq pari allo 0,75%, nel 2010 invece 20 mila mq pari all'1%. Ma la stessa scansione annuale appare una previsione farlocca: si parte da una previsione di 20 mila mq nel 2011 per arrivare alla bellezza di 250 mila mq nel 2020! Ma eccola la scansione completa:

Previsione interventi periodo 2011-2020

ANNO - SLP ESISTENTE (MQ) -   N° EDIFICI
2011              20.000                           10
2012              25.000                           12
2013              25.000                           12
2014              30.000                           15
2015              50.000                           25
2016              80.000                           40
2017            120.000                           60
2018            170.000                           85
2019            200.000                         100
2020            250.000                         125
Come si può notare fino al 2014 la previsione di crescita delle ristrutturazione appare plausibile, poi dal 2015 inizia l'impennata. Vi chiederete come mai si preveda un incremento simile, sulla base di quali dati. La risposta è banale: nel 2014 il nostro sindaco termina il suo mandato amministrativo, perciò le previsioni devono essere alla portata, per poter sostenere di aver raggiunto gli obiettivi! Chi verrà dopo si arrangerà!
A scorrere il Paes di patacche se ne trovano tante. Come quella che grazie ai circa 200 mila mq di edifici residenziali che si cotruiranno a seguito della variante di via De Amicis gli abitanti cresceranno solo di 2500 unità. Da un calcolo terra terra dovrebbero essere almeno il doppio. Più abitanti, più consumi, più emissioni di CO2. Tutta la diffusione di impianti solari termici e fotovoltaici prevista dipenderà molto dagli incentivi pubblici che in questo momento non promettono nulla di buono. Anche gli obiettivi che si dovrebbero raggiungere grazie all'incremento del trasporto pubblico appaiono fumosi e buttati lì per fare numero.
Nonostante si tratti più di una patacca che di un piano attendibile, CIVICA ha votato a favore contando sull'impegno preso dall'assessore di avviare un confronto serio da subito, senza aspettare il primo step previsto tra due anni. Manterrà il suo impegno? La Consulta ambientale che sta per essere varata riuscirà ad avere voce in capitolo? Il Paes è partito con il piede sbagliato, ma può essere una base di partenza per un discorso più serio. Su questo terreno nessuno si può arrendere o tirarsi fuori.
Giovanni Lava