venerdì, gennaio 27, 2012

Commissione d'indagine TOP: maggioranza a pezzi

La sala consiliare come si presentava ieri sera dalle ore 19,51 alle ore 21,15
Il sindaco in sella grazie al piccolo "scilipoti" locale
L'immagine della sala consiliare deserta pubblicata sopra rappresenta in modo efficace lo stato comatoso della maggioranza politica del sindaco Accossato dopo il voto per la nomina del presidente della commissione d'indagine sulla TOP e spiega anche il motivo per cui il presidente del Consiglio comunale si era premurato di far sì che ieri sera non ci fossero le riprese video dei lavori. Sapeva che lo spettacolo poteve essere indecente, come poi è stato.


Giovanni Lava (Civica) 15 voti, Giuseppe Superbo (Pd) 16 voti. Dopo circa un ora e mezza di sospensione dei lavori del consiglio comunale, il Pd si e ritrovato solo e ha vinto solo grazie al voto del consigliere Di Filippo, eletto nelle fila del Pdl, emigrato nel gruppo misto sotto le insegne di Futuro e Libertà di Fini e da qualche mese accucciato nell'anticamera del Pd. Ma a differenza del loquace Scilipoti nazionale, il nostro ha evitato rigorosamente di aprire bocca e dare una qualsiasi motivazione al suo voto a sostegno di un Pd vacillante.
Pur di non far nominare il sottoscritto presidente della commissione d'indagine sulla TOP, il Pd collegnese ha fatto di tutto, incurante di perdere la faccia e gli alleati di governo, di ricattare gli stessi consiglieri del Pd che avrebbero voluto mantenere fede alla parola data. Infatti mercoledì scorso nella conferenza dei capigruppo il Pd si era ufficialmente espresso a favore di una presidenza della commissione ad un consigliere di opposizione. Una scelta non condivisa da tutti, vissuta male dai fedelissimi del sindaco come vissuto male era stato a dicembre il voto favorevole in consiglio alla mozione che istituiva la commissione. Entrambe le scelte erano state fatte obtorto collo per una questione di politically correct e forse per un sussulto di dignità. Dire No ad una commissione d'indagine per far chiarezza in una storia amministrativa controversa come quella della TOP era apparso insostenibile davanti ad un'opinione pubblica sempre più insofferente verso la casta dei politici. A fatica così avevano ingoiato il rospo di votare a favore della mozione presentata dal sottoscritto. Affidare la presidenza delle commissioni d'indagine alle opposizione lo prevede la consuetudine e il galateo politico. Se si ritiene opportuno nominare una commissione d'indagine su questioni amministrative - e la TOP lo è - è anche opportuno che a guidarla sia un membro dell'opposizione da cui quelle scelte amministrative non sono dipese. A meno che non si abbia la coda di paglia. E qui la paglia deve essere bella spessa se si è fatto di tutto per imporre alle opposizioni il proprio volere. Infatti quando in conferenza dei capigruppo la scelta unanime delle opposizioni è caduta sul sottoscritto, apriti cielo. Il sindaco è sobbalzata sulla sedia e il capogruppo del Pd, il giovane rampante Cavallone, incautamente ha sbottato: "Per la sua storia personale, non possiamo votarlo ". Inutilmente, sia nella conferenza dei capigruppo, sia in consiglio comunale l'ho invitato a fare pubblicamente l'elenco degli episodi della mia storia personale che avrebbero reso poco opportuna la mia candidatura. E' rimasto muto come un pesce. Il silenzio di chi lancia avvertimenti e poi ritira la mano, indegno del rappresentante del gruppo politico che guida la città da più di 60 anni. Indegno di quel partito che a livello nazionale è sempre in prima fila nel chiedere la moralizzazione della politica. Se questi sono i giovani, ridateci i vecchi!
In verità ciò che è diventato indigesto per il Pd è il fatto che un'opposizione unita scegliesse da sè il presidente tagliandoli fuori dai giochi, cosa che avrebbe reso il futuro presidente, chiunque fosse, autonomo da loro. Meno credito a mio avviso ha la tesi, che qualcuno pure ha avanzato, di un Pd spaventato da quanto il sottoscritto avrebbe potuto scoprire nella storia della TOP. Infatti, presidente o non presidente, è la commissione nel suo insieme che ha il potere d'indagine, quindi non si capisce tanta ostilità e preoccupazione. Anche se è evidente la possibilità che un presidente possa cercare di menare il can per l'aia, lasciando passare il tempo senza combinare molto fino alla scadenza fissata del 31 dicembre 2012. Ma forse il sottoscritto gli è particolarmente indigesto banalmente a causa di un fatto incontrovertibile e innegabile: eletto consigliere di opposizione, faccio opposizione.
Dopo mercoledì scorso, quando hanno scoperto che il sottoscritto poteva davvero essere il candidato unico delle opposizioni, hanno perso la testa. Ha perso la testa il loro capogruppo con la battutta infelice di cui sopra. Hanno perso la testa gli altri sommi condottieri del partito. E' iniziata la girandola delle riunioni di partito e di maggioranza, delle telefonate insitenti alla Lega e al Pdl e ai riottosi alleati. Ma nonostante le pressioni e le offerte i parititi dell'opposizione hanno tenuto ferma la loro decisione. Come hanno tenuto fede alla parola data in conferenza dei capigruppo sia l'Italia dei Valori che Sinistra per Collegno (SEL). Erano stati chiari: "Per noi va bene che venga nominato presidente un consigliere di opposizione e ci sta bene il nome che l'opposizione farà, non ci prestiamo al giochino della maggioranza che concede alla minoranza il presidente a condizione di sceglierselo". Così hanno detto e così è stato, hanno votato compatti il candidato indicato dalle opposizioni. Al contrario il Pd collegnese ha dimostrato di non essere in grado di tener fede alla parola data, ma non sono stati in grado neppure di fornire una motivazione credibile. Le motivazioni vere sono restate nascoste. E prima di votarsi da soli il presidente, hanno costretto il consiglio ad un'ora e mezza di sospensione, nel tentativo fallito di convincere gli alleati. Ma tutto è stato inutile. Sono restati soli e dopo essersi eletto il presidente, si son dovuti eleggere pure il vice, visto che le opposizioni a quel punto non si sono prestate a fare da stampella a chi aveva disatteso i patti.
Ora la domanda è: ma il sindaco ha ancora una maggioranza? Se con Di Filippo ieri sera ha trovato una maggioranza numerica, ha allo stesso tempo perso la maggioranza politica uscita dalle urne. Fino a quando riuscirà a galleggiare il nostro sindaco? Forse è il caso di cominciare a prepararsi alle elezioni.
E che fine farà ora la commissione? Dopo quanto accaduto ieri sera, la curiosità di tutti noi sulla vera storia della TOP è cresciuta ancor di più e perciò vi dedicheremo se possibile ancora più cura e impegno. Tramanda Plutarco che il giudice che giudicò la moglie di Cesare affermò: "La moglie di Cesare deve non solo essere onesta, ma anche sembrare onesta". Ma erano altri tempi quelli, tempi in cui la dignità aveva ancora un valore.
Giovanni Lava